Ci eravamo lanciati nel 2007 in grandiose lodi per il capitolo precedente di questo libro a puntate che gli svizzeri Chapter stanno stilando lentamente, quindi era inevitabile aspettarsi grandi cose dal seguito. Altrettanto facile dunque rimanere un po` delusi, sebbene la confezione, all`altezza delle precedenti, proprio in cartone opaco e a mo` di libro, ci illude di trovarci di fronte ancora a qualcosa di speciale. Intendiamoci: il disco non è affatto male, prosegue similmente ai precedenti nei suoi elementi di folk-rock elettroacustico, tra languide ballate ed altri pezzi più energici, ma manca buona parte del pathos e dell`originalità che avevano reso “Two” così speciale. Anche qui non manca un trait d`union in grado di dare un senso al disco, ma dove nel secondo capitolo questo trasformava un ottimo disco in un capolavoro, qui rende più gradevole un`azzeccata serie di canzoni. “Dici poco?” si chiederanno alcuni di voi; ebbene di peccato veniale si tratta, dato che appunto il disco è tutt`altro che brutto, nella sua malinconia sofferta, nelle morbide canzoni tra il pop e il folk, e non c`è un singolo brano che possa dirsi brutto, forse semplicemente qualcosa suona troppo debole e di poco impatto (vedi per esempio What I Am to Do Now?), e spicca come miglior pezzo il finale quasi western, tra scricchiolii e chitarre riverberate (The Kraken).
Forse chiediamo semplicemente troppo ad un duo che sappiamo poter essere sublime, ma forse possiamo in effetti accontentarci di aver un disco da ascolti ripetuti e senza sbavature.
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