Poco dopo aver scritto la recensione a un CD-R di questa one-band-woman, pubblicato su Setola di Maiale, incontrai casualmente Dominik Gawara che mi citò Nico quale sua maggior influenza. Riascoltai subito il CD-R ma sinceramente non riuscì a trovare particolari assonanze con la scomparsa chanteuse berlinese. Poi m`è arrivato questo “Lost” e da subito è parso destinato a modificare la mia opinione. La canzone d`apertura, Something Higher, è infatti pura nicolandia, seppure la voce della Orleans non sia così profonda e suoni più masticata. E la magia si ripete nelle note della conclusiva Lost (davvero una degna The End). Comunque le influenze di Syd Barrett e, soprattutto in questo disco, Robert Wyatt mi sembrano restare predominanti. Dal momento che il Wyatt ha avuto più periodi creativi, anche piuttosto diversi fra loro, voglio specificare che mi sto riferendo all`autore di “Rock Bottom” (Better Friends, Rocket Trip To Nowhere e Myriads). Forte è anche l`influenza delle tradizioni mitteleuropee (Ela Orleans è polacca) che trasudano soprattutto dai brani strumentali e in certi richiami a danze popolari (”Yes, Of Course” e Barry Lyndon). Un`altra influenza sembra provenire dalle musiche minimaliste e ripetitive, che d`altronde avevano marchiato i nomi citati fin dai primi vagiti all`interno di Pink Floyd, Velvet Underground e Soft Machine, e quindi compaiono d`obbligo anche solo di rimbalzo. Da molte parti ho notato che la sua musica è etichettata come `vintage`, se così è si tratta comunque di un vintage riproposto in un ottica molto attuale e finisce per suonare più moderno di futili piccole mode portate a galla da `smeraldi & talebani`. Il disco, per chi non ha un giradischi, è acquistabile anche in formato mp3 (come pure il CD-R setolare) su CD Baby.
|