Autore disco: |
Dead Cat In A Bag |
Etichetta: |
Viceversa (I) |
Link: |
www.myspace.com/deadcatinabag www.viceversarecords.com |
Formato: |
CD |
Anno di Pubblicazione: |
2011 |
Titoli: |
1) Last Train Home 2) Wasteground Of Your Lips 3) Wither 4)A Rose & A Knife 5) The Slow-Away Song (A Sea Shanty) 6) The Gipsy Song 7) Leapiz 8) I Can't Row No More9)Lost Bags 10)No Lust Left 11) Sleeping Fields 12) Dawn 13) Old Clog 14) Zbohom |
Durata: |
38:18 |
Con: |
Swanz Andriolo, Roberto Abis, Luca Iorfida, Andrea Bertola, Ivan Bert, Marcello Caudullo, Liam McKahey, Massimo Ferrarotto, Cesare Basile |
|
Era una notte buia e tempestosa.. |
x Alberto Carozzi |
|
Disco di solitudine notturna, l'esordio dei Dead Cat In A Bag promuove una dignitosa rilettura di quel cantautorato fatto di compiaciuta decadenza, che pur avendo già detto molto, sembra non soffrire particolari sindromi anacronistiche. Va bene oggi come poteva andar bene trent'anni fa, o cinquant'anni fa, o come andrà bene anche fra ottant'anni. Certo, resta la sensazione che non ci sia più molto spazio nè volontà per pionieristiche esplorazioni e che si tenda più che altro a cullarsi pigramente su clichè ben collaudati. E` un po' il caso di questo lavoro, tanto piacevole all'ascolto quanto manieristicamente posato su tutto quell'immaginario crepuscolare che va dai Bad Seeds a Tom Waits, passando, volendo, per i Carnival Of Fools, lasciando ai propri maestri la briga di scovare un'intuizione, per dedicarsi al puro piacere di eseguire e proporre. Da questo punto di vista l'album è confezionato egregiamente, e si fa apprezzare nel suo insieme per coerenza emotiva ed evocativa.
Pur nella grande varietà di strumenti a disposizione, non c'è mai un sovraccarico di inserti, grazie anche ad una ben calibrata distribuzione degli spazi e delle prospettive, a cui non fa eccezione il posizionamento della voce di Luca Andriolo (testi in inglese), che emerge quel tanto che basta per guidare la ciurma e lasciarci nella mente l'immagine di un ensemble organico. I brani, intime ballate dal sapore agrodolce, ciondolano fra malinconia e romanticismo, senza concedere però troppo nè all'una, nè all'altro. Mentre intorno le rovine rischiano di inghiottirci, saper galleggiare e saper respirare sembrano gli ingredienti principali che garantiscono fino in fondo questo raffinato equilibrio delle parti.
Anche se non saprei dire quanto si vada oltre un onesto intrattenimento, e anche se probabilmente dischi di questo tipo non mancano sui nostri scaffali, nel complesso “Lost Bags” resta un buon biglietto da visita, ed un promettente ritorno sulla scena di Viceversa, rimasta in silenzio per una decina d'anni.
|