Apprezzo tantissimo questa piccola label italo-inglese, dedita a carta e nastri, le cui uscite sono regolarmente capaci di mantenere uno stile preciso e al tempo stesso sorprendere. Difficile definire un genere, se non buttandola nel calderone della sperimentazione in generale. Abbiamo già trattato qui altri lavori, tutti validissimi, e non fa eccezione questo pur ostico nastro dell`italiano Antonio Blissand (già noto con le ottime prove di throuRoof e White Dwarf Spiral), che con la compagna Jem Stravinskij ci ipnotizza tra una marea di riverberi e delay, veri elementi strutturali della musica, attraverso i quali scrosciano rumorismi di varia sorta e, nel secondo lato, sintetiche percussioni tribali che si sovrappongono a frequenze disturbate.
Riferimenti molto chiari in mente, in primis Zovie France (e Rapoon), ma anche cose più ruvide e cattivelle in odor di Cold Meat Industry, per intenderci.
Un bel lavoro che nella sua brevità trova il giusto equilibrio per farsi ascoltare più volte.
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