Olivia Block e Kyle Bruckmann, seppur non derivati dallo stesso retroterra, sono stati plasmati entrambi nel crogiuolo chicagoano e la loro collaborazione può ormai dirsi decennale (se siete fan della Block potete ben vedere come il nome dell`oboista compare in tutti i suoi dischi). La premessa è necessaria per specificare che “Teem” (`abbondare`), seppure sia il primo disco pubblicato in compartecipazione, non è il figlio estemporaneo di una coppia di musicisti che un giorno si sono incontrati casualmente. E forse, considerando tale premessa, era lecito attendersi qualcosa di più. Il disco non è brutto, badate bene, ma i due si limitano a proporre la solita mescolanza di suoni strumentali e registrazioni d`ambiente, le seconde prendono il sopravvento laddove erano i primi a dominare in molte altre registrazioni dei due, guardandosi bene dall`avventurarsi fuori dal seminabile o limitando le invenzioni al minimo indispensabile. L'immagine che trasmette è quella di due musicisti discreti ma fra le cui caratteristiche non v'è sicuramente il morso del mamba. E` una navigazione piatta, ad emergere, e se dovessi consigliare un approccio con i due non esiterei a rimandarvi a “Change Ringing” di Olivia Block, a “Entymology (solo improvisations)” di Kyle Bruckmann o a "Object 2" e “Sunder, Unite”, straordinarie collaborazioni (quelle sì) fra Bruckmann e Ernst Karel e fra la Block e Seth Nehil.
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