Non stona vedere che questo eccellente disco dei tedeschi Kreidler esce sulla stessa etichetta che ha pubblicato la fatica dei rinati Faust, quelli nei quali ha fatto fugace apparizione anche il francese Amaury Cambuzat.
Ma di kraut rock in questa `cisterna` (“Tank” il titolo del disco) ce n`è fino ad un certo punto, dato che i brani si dipanano anche tra influenze new-wave (vengono spesso in mente i Savage Republic strumentali), elettroniche (le svisate dei synth analogici) e un`attitudine più `rock & roll`, dettata in primis dal morbidissimo e ancheggiante drumming su cui si regge il tutto.
I quattro sono in circolazione da quindici anni con una manciata di dischi eterogenei alle spalle, di cui ammetto di non sapere nulla. Ma mi bastano i sei minuti di New Earth, una sorta di dark disco che accontenterebbe allo stesso tempo fan crestati dei Virgin Prunes, fricchettoni innamorati dei Neu! e pure qualche amante del post-rock. Il capolavoro è però la seguente Evil Love, in cui un`ossessiva nota di synth che pare uscita da “Incunabula” degli Autechre fa da elemento portante per una cavalcata da sette minuti dalla malinconia devastante: batteria che rotola su tom, cassa e rullante, metronomica ma non monotona, chitarre ed elettronica che sullo sfondo vagano tra psichedelica e melodie che rimandano a “Disintegration” dei Cure.
Non tutto il disco è all`altezza di questi primi due brani, con il resto che si affossa in una palude oscura dalla quale emergono a tratti mostri inoffensivi, dove la malinconia dei primi pezzi si intorbidisce forse eccessivamente. Chiude la mediocre Kremilin Rules in odor di prog rock un po` scontato e con accenni lounge, ma nel complesso un disco che si fa ascoltare e riascoltare regalando ogni volta dei dettagli nuovi. Molto valida anche l`orientaleggiante Gas Giants, che pare uscita da un disco krauto di Rapoon.
Peccato averli scoperti solo ora.
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