E` stato massacrato da una severissima recensione della webzine americana The Silent Ballet questo disco del quasi esordiente Warmth Terminal (in attivo, come il compagno di scuderia Talvilhorros, una cassetta su My Dance The Skull). La critica faceva riferimento alle note di una press sheet, che grazie a Dio non ho letto. Pare che in essa si faccia riferimento a `microscopici e graduali passaggi di tonalità ”, ed in effetti ad ascoltare le fisse successioni di accordi e note di synth di questo “Getting Closer”, non posso che concordare sul fatto che la tonalità resta invariabilmente la stessa all`interno di ognuno dei quattro lunghi brani. Ciò denota però più una scarsa padronanza del linguaggio musicale che un`effettiva mancanza di qualità del lavoro. Siamo d`accordo, non è il disco del secolo, e ad orecchie esigenti parrà monotono e privo di dinamiche, armonicamente piatto. Ma al di là di questo, che si potrebbe comunque dire di tantissime musiche, in primis dell`ambient (cui questo lavoro appartiene), il disco ha un suo fascino, una sua ragione d`essere proprio nella rilassata fissità , nel suo scorrere lento, nello stratificarsi di consonanze prive di guizzi ma non per questo noiose. Se fosse suonato con sintetizzatori vintage, con magari qualche distorsione qua e là quelli di The Wire lo potrebbero chiamare hypnagogic pop [ragazzi, è il genere musicale dal nome più snob della storia], altri lo bollerebbero come musica per aeroporti degli anni zero, per noi un ottimo disco di piuttosto distensiva ambient music che di certo non farà la storia ma farà felici molti amanti del genere. Attenzione alle tracce della seconda parte però, le cui stratificazioni ottengono un effetto quasi soffocante, portando l`attenzione dell`ascoltatore verso territori progressivamente più ansiogeni.
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