«La Follia (o Folia) è un tema musicale di origine portoghese tra i più antichi della musica europea, originato nei secoli XVI e XVII. Per estensione follia è passato ad indicare anche una musica folk delle isole Canarie o una Folia de Reis brasiliana cantata durante la celebrazione della fine della schiavitù nel XVIII secolo, che si svolge dal 24 dicembre al 6 gennaio.» (da wikipedia)
«Il Rebetiko (Ρεμπέτικο) o Rebetika (Ρεμπέτικα) (plurale) è un genere della musica greca. In Grecia è considerato come il tango per gli argentini, il blues per gli americani e come il fado per i portoghesi. E` nato nei bassifondi della società greca, da persone emarginate che volevano raccontare i loro disagi o le loro peripezie tramite la musica. La tematica delle canzoni riguardava storie di povertà , prigione, droghe, storie d'amore, problemi sociali, prostituzione... in modo passionale, a volte triste e a volte ironico o scherzoso.» (da wikipedia)
Andy Moor, cresciuto a pane e acqua nelle barricate scavate dagli olandesi Ex. Yannis Kyriakides cresciuto sui testi della musica contemporanea fra le barricate ben più pesanti che dividono la comunità cipriota greca da quella turca. Quando la loro collaborazione ebbe inizio non avrei giocato un soldo bucato sulla sua riuscita. E invece, complice anche la gestione comune dell'ottimo marchio Unsounds, quel connubio si è consolidato e sta oggi alla base di operazioni sempre più definite, quali quelle portate a termine con questi “Folia” e “Rebetika”. A dire il vero sembra che i due abbiano puntato le loro chance più su quadri solisti quali "Antichamber" e "Marker" o, nel caso del solo Moor, sugli incontri con Anne James Chaton ("Le Journaliste") e Colin McLean ("Everything But The Beginning"), peraltro tutti ottimi lavori che consiglio ai nostri lettori. Dico ciò in notazione a confezioni che, contrariamente alle produzioni licenziate solitamente sotto il marchio Unsounds, appaiono estremamente povere per struttura e per informazioni. Invece a me sembra che questi due dischetti rappresentino, in un certo senso, un punto d`arrivo e un punto di partenza in contemporanea. Va detto che, rispetto agli inizi, entrambi i musicisti sono `molto` maturati. Il chitarrista s`è molto sgrezzato, pur conservando l`energia e l`immediatezza punky degli inizi, e stilisticamente sembra aver concepito una specie di sintesi fra John Cipollina e Marc Ribot. Da parte sua il musicista cipriota ha fatto molti passi avanti in una personale ricerca che conglomera una certa forma di neo-classicismo con le tendenze più avanzate della musica elettronica contemporanea. Da qui alla piena riuscita di un amplesso sonoro tipo quello proposto dai due il passo è comunque ancora lungo. Soprattutto se tale amplesso avviene in un terreno scivoloso qual è recupero creativo delle tradizioni, anche se va detto che singolarmente entrambi hanno già maturato delle esperienze in tal senso (Moor saltuariamente con gli Ex e in maniera più sistematica con gli splendidi Kletka Red mentre Kyriakides, per quanto ne so, ha suonato l`oud in gruppi di musica tradizionale greco-turca). Ma è ancora poco. Dove sta quindi il segreto della riuscita di questi due CD? Avete mai sentito parlare di `affinità elettive`? E credo che quella fra i due, partiti da punti così distanti fra loro, sia proprio una faccenda di affinità , o meglio `sensibilità `, elettive. La loro rilettura di folia e rebetika avviene in un`ottica propriamente contemporanea - o meglio, futuribile - e si propone come trampolino di lancio verso nuovi universi (sonori) da conquistare.
Andy Moor e Yannis Kyriakides suonano Giovedì 4 Novembre al Complesso le Murate di Firenze (info@cab008.com all`interno di una rassegna che prevede anche Ikue Mori (11 Novembre), Kaffe Matthews (18 Novembre), Attila Faravelli (25 Novembre) e Andrea Parkins (2 Dicembre).
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