Si sapeva che il tandem Belfi - Pilia stava lavorando di fitto, e si sapeva che fra le loro attività più stimolanti v`erano le collaborazioni con Mike Watt e David Grubbs.
L`uscita di un disco rappresenta comunque sempre una novità . Nella circostanza una bella novità .
Si sapeva anche della flessibilità mentale e pratica, come musicisti e strumentisti, sia di Belfi sia di Pilia , ma era comunque difficile immaginare `il modo in cui` si sarebbero adattati alla delicata poetica di Grubbs.
“Onrushing Cloud” dissolve ogni dubbio e par essere uno dei migliori dischi pubblicati dallo statunitense nel post Gastr Del Sol.
'Se entiende', ancor prima dell`ascolto, il carattere schivo e democratico di Grubbs, che da sempre evita atteggiamenti da star e, nella fattispecie, firma il disco insieme ai suoi collaboratori seguendo un ordine meramente alfabetico (ammesso che tale sistema possa essere definito democratico ed egualitario, `che la a verrà sempre prima della b). Comunque l`ascolto conferma una partecipazione attiva ed effettiva di tutti e tre, e nella costruzione dei brani e nella distribuzione delle partiture.
Il brano d'apertura è sintomatico della delicatezza che pervade il disco, e se si tolgono i rarefatti interventi della batteria e i pochi suoni (rumori) di disturbo, potrebbe ben essere una composizione per chitarra di Albeniz!
Anche i momenti meno tranquilli, come gli psychotici 3 minuti e mezzo di Nitrated Out, sfuggono alla facile tentazione di un noise da (super)mercato.
Onrushing Cloud, l'unico brano cantato, funge da collante con il suo testo che, citando i vari brani, racconta un po' tutto il disco.
A chiudere quasi 10 minuti di fuoco, ma pur sprizzando onde d`elettricità in un crescendo oceanico, anche questi mantengono integra la delicata poetica di cui s'è già detto.
Solo mezz`ora, ma veramente molto intensa.
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