Io adoro i Vannesa van basten. Penso dalle loro prime timide apparizioni che si tratti di uno dei dei progetti migliori nati tra i vicoli genovesi, se non in Italia, negli ultimi anni, e quando dico anni parlo di parecchi anni.
Sono un fan di Morgan e soci, e non solo perchè li conosco di persona, lo sono perchè a tutti i loro concerti a cui sono stato ho provato un rapimento unico, perchè ho consumato i loro dischi precedenti, perchè la loro musica scava nell`ascoltatore e ci si costruisce un nido per non abbandonarlo, quindi ammetto senza pensarci due volte che lo scioglimento della band, l`addio di Bellini a Genova, il mancato ultimo concerto per motivi di salute l`ottobre scorso, mi hanno fatto reagire non dico come una preadolescente negli anni `90 all`annuncio dello scioglimento dei Take that, ma comunque con una grandissima tristezza.
“Closer to the small/dark/door” è quindi un saluto, l`ultima testimonianza dell`attività di un gruppo fantastico, ed è un disco fantastico.
Prima di tutto è un disco completo, perchè raccoglie tutte le anime dei Vanessa van basten, le atmosfere dilatate, i chitarroni, attimi sognanti, i brani sono compatti e minuziosi e parlare di post-rock sarebbe fin troppo semplicistico perchè abbiamo a che fare con un gruppo che senza rinunciare a un certo perfezionismo suona con una incredibile capacità di espressione.
Morgan, chitarrista del gruppo, una volta durante un concerto tra un brano e l`altro disse con estrema naturalezza quanto fosse bello ed esaltante suonare la sua musica, in quel momento. E` un ricordo che ho ben impresso e che secondo me rappresenta benissimo lo spirito di questo gruppoe di questo disco. Il desiderio di far nascere quei suoni, il piacere nel sentirli in tutto il corpo mentre li si crea e li condivide, ed è una cosa splendida.
Questo album è un addio, un saluto, io continuo a sperare in un arrivederci anche se non ci credo molto, è un ultimo canto malinconico ed energico, una testimonianza, una meraviglia.
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