Questa interessante coppia di contrabbassisti era stata già conosciuta dai lettori di sands 4 anni fa, quando Daniel Studer e Peter K Frei diedero alle stampe il primo album in duo, “Zweierlei”.
Eccoli quindi ricomparire sulle scene alla fine dell`anno con un altro colpo gobbo da rodati maestri del suono estemporaneo e radicale.
La scaletta è aperta da Veir avvolta con classe da una profondità jazz: una timbrica spolpata, ridotta all`osso espressa da veloci sortite soliste di entrambi. Il nervosismo si comincia ad avvertire nella seguente Drei Dreissig, robusta leçon di lussata cronaca improv, colma di cambi, giochi dell`archetto e anomali percussionismi su tutto il corpo dello strumento. Il rumore crudo come sensazione di piacere è ormai realtà , materia erotica che intinge le strutture delle sorelle Fünf Elf e Zwei Dreissig, singhiozzanti, oculati percorsi cacofonici decadenti al punto giusto. Visioni alla Nmperign aleggiano su Drei Neununddreissig e Eins Sechzehn, dove l`ultima, aspro sketch di un 1:19, sembra possedere quella sagace argutezza che si addice in pieno ad un mood tipicamente punk.
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