Capita. Pubblichi alcuni dischi, di discreta risonanza nei meandri del sottosuolo, e poi scompari inghiottito nel nulla. Riemergi per interessamento di qualche musicista più giovane che ti reputa un maestro, dopo molti anni e quando ormai sembra che tutti si siano scordati di te, e in breve tempo pubblichi una messe di dischi tale da oscurare la tua scarna discografia precedente.
E` quanto è capitato, nè primo nè ultimo, al francese Ghédalia Tazartès.
"Repas Froid" e "Ante-Mortem", non troppo dissimili nel contenuto, raccolgono rispettivamente materiale d'archivio e registrazioni più recenti di brani non sempre inediti (la quinta pista di "Ante-Mortem", per esempio, era già presente in versione diversa, e con titolo Bepe La Bulaka, nella ristampa del 2006 di “Check Point Charlie” ).
Si tratta di sketch piuttosto corti, privi di titolo ma ben rappresentativi della `folie` che anima questo `homme avec le chapeau`. Loop, taglia e cuci, nastri accelerati e rallentati ed altri accidenti servono a mettere in rappresentazione situazioni e stati d`animo attraverso l`utilizzo di brandelli di musica, mantra vocali e/o frasi rubate alla strada. La cosa più stupefacente è la capacità di utilizzare i medesimi canovacci per costruire innumerevoli scene affatto diverse: sentite un po` quatre, six, sept e huit su “Ante-Mortem”. E poi per Ghédalia non esistono generi inviolabili: opera lirica, musiche etniche, jazz, rock, musica concreta, musica religiosa... tutto può servirgli per creare i suoi pazzi excursus... che sia arrivato al post-everything in anticipo sui tempi?
Pur nella consapevolezza di ciò, riesce a sorprendere la presenza delle due Ave Maria, una in versione gospel sincopata e l`altra shubertiana, in chiusura del secondo CD.
Altro discorso, almeno in parte, per il vinile accreditato al trio di `regine inglesi` dove Tazartès è affiancato da due giovani musicisti elettronici che, insieme, formano l`entità Opéra Mort (Jo è anche il responsabile di Tanzprocesz, il piccolo marchio discografico che ha pubblicato “Repas Froid”). Il disco esce per la collana Sidra Editions della Bo`Weavil, ed è fottutamente bello da tenere fra le mani, nella sua elegante confezione in nero con scritte in bassorilievo (un classico `objet` da collezione). I brani, mediamente più lunghi rispetto a quelli dei due CD, sono stati registrati in parte in pubblico e in parte presso lo studio personale di Tazartès. Il materiale, pur senza allontanarsi considerevolmente dal mood tazartèsco, presenta caratteristiche più sciamaniche, come se i tre fossero stati guidati da Antonin Artaud in visita al paese dei Tarahumara. E così il teatro dell`assurdo si converte in teatro della crudeltà .
`Bon dieu`, lasciatevi prendere per mano (e per il culo) da questi suoni...
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