Pensate a due attori che impersonano un vecchio, il primo dei due è anch`egli piuttosto attempato mentre il secondo è truccato e trattato appositamente per recitare quella parte.
La differenza fra i pianoforti utilizzati in questi due dischi è da considerare sostanzialmente in siffatti termini. Da una parte i `ruined piano` di Bolleter, corretti dal tempo, e dall`altra le modifiche procurate al pianoforte dalle preparazioni della Agnel.
Logicamente divergono anche le interpretazioni, più notturna e desolata nel primo caso mentre nel secondo appare più isterica e urbana, complice anche la tendenza a suonare lo strumento direttamente sulle corde (la Agnel è parigina mentre Bolleter è di Perth, provate a guardare nelle cartine geografiche e capirete...).
Per il resto nei due CD non vi sono trattamenti elettronici, se pure vi parrà di sentirne, l`attitudine di entrambi i musicisti è improvvisativa e il risultato potrà anche apparirvi come un`accozzaglia di suoni senza capo nè coda.
La realtà è ben diversa e depone a favore di due strumentisti dalle possibilità tecniche illimitate, e sono proprio queste capacità a permettere il controllo su strumentazioni cronicamente malate di alzheimer o in preda agli spasmi di una procurata piressia acuta. In entrambi i casi la memoria è confusa e sbiadita e il linguaggio prossimo al delirio.
E` un linguaggio `diverso` quello che potete ascoltare e, magari, a tratti può far pensare ai cluster di Cecil Taylor o alle preparazioni di John Cage e altrove ai brani per percussioni metalliche dello stesso Cage o a mirate registrazioni d`ambiente ma, comunque, sia Bolleter sia la Agnel hanno una loro ben distinguibile peculiarità .
Due musicisti dei quali, consiglio raro, vi invito a scoprire l`intera discografia.
Infine un plauso alla Emanem che da circa quarant`anni pubblica materiali di altissima qualità ma di basso potere commerciabile, e questo senza dare alcun segno di cedimento.
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