Bastano cinque canzoni in poco più di diciassette minuti a Roberto Fiandaca, cantautore siciliano, per presentarsi e offrire le coordinate essenziali della propria identità .
La scuola è quella dei grandi cantautori, i primi che vi vengono in mente, di suo prova a metterci uno stile malinconico e un incrocio fra sonorità mediterranee e d`oltreoceano. Volendo stringere la cerchia e diventare banali, possiamo citare la Rimini di De André, e pure Calexico e OP8.
Ben curati gli arrangiamenti in veste totalmente acustica e calibrati sul timbro vocale di Fiandaca. Una voce forse ancora troppo giovane e acerba per permettersi di graffiare, e tuttavia già matura nella scrittura, a tracciare una sottile trama nella quale si mescolano realtà e immaginazione.
Finora la pur giovane etichetta palermitana ha dimostrato un buon intuito (Pan del diavolo, Waines) e questo non fa che accrescere l`ottimismo verso questa nuova proposta.
Attendiamo comunque un album che ci dica se la poetica di Fiandaca sia tutta a tinte pastello o preveda anche qualche spigolatura. Nel frattempo queste canzoni sono una buona compagnia.
|