L`inappagabile sete di produzione della Moonjune concede ora d`incrociare il misconosciuto universo sonoro dell`Indonesia contemporanea. La label di Pavkovic, ad esser sinceri, aveva già inaugurato la sua opera esplorativa dando alle stampe l`unica coppia di album firmati Simak Dialog, combo orientato a perlustrare le vie comunicanti fra tradizione popolare locale, jazz, progressiva, con un debole, però, troppo mal controllato per i virtuosismi ipertecnici cari allo stampino della fusion. Il cammino riparte giusto da lì con la sortita individuale di Tohpati, chitarrista e colonna portante del gruppo, nelle vesti di leader, e alle prese con un nugolo di emozioni non distanti da quelle citate sopra; si distinguono da questa corrente solo il concept ecologista (il titolo parla da sé) quanto un`apertura più spigliata per gli intarsi ritmici.
Due bonus dall`effetto comunque limitato visto che, in linea di massima, la `frittata` è sempre dello stesso sapore: un jazz davisiano dalle tinte elettriche vicino egualmente alle produzioni CTI e GRP primi`90, dove i sottili rimandi al percussionismo indonesiano si mescolano progressivamente alle soluzioni psichedeliche, mahavishnuiane del Tohpati con la chitarra.
Assolutamente non fondamentale.
|