Si appena consumata la terza edizione a Roma del festival di musica outsider e arti eccentriche “Baba Festival”.
Aperta Giovedì 23 Settembre al Cineclub Detour con proiezioni di film dadaisti, letture di poesie e performance audio visiva con balletto dell`ensemble elettronico sperimentale Stimmung_Blend; purtroppo non posso dirvi altro, non essendo stato presente alla serata a differenza delle altre due; posso solo consigliarvi di informarvi sugli Stimmung_Blend, in altre occasioni li ho visti e sono formidabilmente meravigliosi, musicalmente “iconoclastici”.
Sabato 25 Settembre si è consumata la seconda serata al “Dal Verme” un locale frequentatissimo del Pigneto; ad introdurre la serata vi era una mostra di disegni che tappezzavano i muri bianchi del piano superiore del locale. Un certo Renè Pontrelli definito “astro nascente dell`arte illustrativa capitolina”. I suoi disegni sono innocenti, infantili, direi semplici, ma di difficile interpretazione artistica e collocazione, come se prendessi due piccioni con una fava. Sembrava di assistere a ritrovamenti di pittura primitiva ritrovati in grotte della nuova linea della metro romana ed ad un art brut da copisteria. Nel piano sotterraneo vi erano i concerti.
Iniziarono i Chocolate Starfish, una garage band italiana con un look glam kitsch, di cui ho apprezzato l`impatto sonoro e l`assetto teatrale sul palco.
Entusiasmante è stata la New York italo band Gasp, un condensato di suoni della grande mela, 4 giovani artisti romani polistrumentisti si dividevano batteria, basso, chitarra, sax, tromba e elettronica new vintage. La loro musica confinava con il caos, ma non oltre passava i confini della forma puramente libera, era compresa tra Lounge Lizard, Contorsion, Arto Lindsay ecc..
Parafrasando “osando” direi un Cecyl Taylor tra i 5 e i 10 anni.
Conclusione della serata sono stati i Russi Benzolyne Mertvecy, per l`esattezza di S. Pietroburgo, musica veramente cattiva, un math rock di rottura; sax alto, chitarra, basso batteria e voce. Potenti nei suoni, un harsh rock band, grindcore, un cocktail formato da 1/4 di Napalm Death, 2/3 di Painkiller, 1/3 di Albert Ayler e un cucchiaino da caffè di Melt Banana. Distrussero i timpani e ammaliarono gli occhi con la veemenza nichilista di come gestivano il palco, superlativi, fantastici. Consiglio l`amicizia sul loro myspace.
Domenica 26 Settembre si è consumato il tutto nel fantastico chiostro medievale nel Casale della Cervelletta, uno spazio verde fuori dal caos cittadino, una location fantastica. Al solito una mostra di “art brut” contornava il festival all`interno dei ruderi attorno al parco, in questa occasione i disegni respiravano un senso di professionalità artistica, dovuta dalla comunicazione emotiva che propinavano i lavori, sentimenti come dolore, piacere, animalità e sesso.
Per quanto riguarda le band ve ne sono state a iosa. Mi soffermerei su alcune, la prima è il gruppo romano Borgo Antico, una doom band folk rock con un appeal di matrice west coast americana, un classico trio rock`n drill con un interessante cantato spaesato e languido, i riff di basso elettrico erano puntosi e militareschi. La batteria spasmodica, angosciosa e stressante combaciava alla perfezione con il cantato e i virtuosismi chitarristici.
Seconda band da segnalare sono i romani Wow, un quartetto alla Broadcast, contaminazioni pop come Belle e Sebastian, Stereolab e perchè no qualcosa come i primi Lambchop. Ottima la voce della cantante, interessante come i suoi biondi capelli, fighi.
Una delle attese della serata fu il rapper di Trento Morte Cattiva, le sue liriche e rime erano un po` scontate, trattava temi da teenager, come abiti di moda e vita notturna, ironizzava con la sua città e con tutto quello che succede in qualsiasi posto occidentale del mondo, cioè ragazzi comuni che amano i soldi e le belle macchine. Un narcisista del rap italiano che segue le orme dei grandi rapper americani, i gangsta rap, un futuro sicuro lo avrà , un posto come conduttore ad MTV Italia. I suoni comunque non sono male, un`elettronica mittleuropa “Dimitri from Paris” e “Daft punk” che a mio parere non combaciava con le arti eccentriche del Baba.
Colti e internazionali sono stati i giapponesi Go e Maria Jikuu, lei al laptop e voce, lui ai suoni e chitarra, un drones ambient meditativo, l`unica pecca fu la voce di Maria era priva di verve, basterebbe aggiungere un effetto di riverbero o delay al microfono. Il chitarrismo di Go suonava come un Fennesz nei Sunn o))), bravi i nipponici.
Chiusero il festival i Benzolyne Mertvecy incredibilmente eccezionali confermarono quello che vidi la sera prima al Dal Verme, potenti, nichilisti e di un impatto visivo sopra le righe.
Complimenti agli organizzatori del Baba festival, spero che continueranno ad organizzarlo per i prossimi 100 anni.
|