Reduce da esperienze di gruppo, essendo stato la voce della band funk-raggae Sungria, il modenese Matteo Toni sbarca sulle sponde soliste con un ep dove il suo passato emigra completamente in favore di un raffinato folk-blues maculato di estetica pop-rock.
Le strada presa è in prevalenza quella dell`intimismo, direzione percorsa a colpi di chitarra slide, un campo dove il nostro si mostra essere piuttosto avvezzo, lasciandosi di seguito supportare da una formazione alquanto snella comprendente la ritmica di Enrico Stalio (basso) e Giulio Martinelli (basso e percussioni).
Le fragranze campestri del roots si sviluppano con voluminosità nell`opener Capitano creando una gioco di incontro / scontro con la voce - un po` troppo - pastosa del Toni; e la decisione di puntare sul binomio dolcezza / asperità verrà sperimentato per l`intero prosieguo, dalle serpentine blues funky di Fluir alla smorfiosa trasparenza di Neve al Sole, una specie d`impasto tra il Ben Harper degli esordi e il cantautorato di casa nostra. Senza Fede, con l`aiuto esterno delle vocals di Birò, tratta il campo del blues schiudendosi con carica gospel, mentre Tutti i miei Limiti, testo e musica di Moltheni, piroetta tra il blues classico e un mood etereo.
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