Ci sono già capitati tra le mani diversi di questi dischetti dalle confezioni in cartone grezzo o carta colorata: l'etichetta è The Land Of, ed ormai ci fidiamo anche di ciò che si trova dentro i bellissimi packaging. Si tratta di CD-R in edizioni limitate, dai suoni minimali e quasi sempre aventi i field recordings come elemento portante; di questo tenore erano i dischi di Darren McClure e Asher che qui sono stati positivamente trattati.
Nel caso di Laminae, splendido disco di The Green Kingdom (aka Michael Cottone), come recita con esattezza la press sheet, ci troviamo di fronte a brani focalizzati sul sottile sovrapporsi e contrapporsi di frasi musicali, loops e - appunto - field recordings. Il risultato è un amalgama perfetto che può ricordare le ultime prove di Savako o, se vogliamo restare nel nostro paese, di Nicola Ratti o Fabio Orsi, ma in una versione ancor più rarefatta e minimale.
Nulla è fuori posto in queste sei lunghe tracce dai colori rasserenanti, quasi mai in minore, mai cupe, in bilico come foglie autunnali sui rami, con quel vago senso di malinconia che può riportare allo Stephan Mathieu di The Sad Mac, deprivato però delle asperità che in quel disco di tanto in tanto affioravano a spezzare la pace. Inutile dire che la forte omogeneità del disco potrebbe annoiare gli ascoltatori più esigenti, ma per tutti coloro che invece sanno scorgere il valore dei dettagli sonori, Laminae è un disco imperdibile.
Teniamo d'occhio The Land Of, è un'etichetta che ci riserverà altre sorprese.
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