Con il violoncellista svizzero Zeno Gabaglio avevamo già fatto conoscenza, in occasione di un suo disco in solo, mentre questa dovrebbe essere la prima occasione d`incontro con il pianista-multistrumentista biellese Andrea Manzoni. In tandem formano Gadamer, un ibrido fra neoclassicismo (Gate e Post Gate), tradizione jazz bianca (Chiara, Martinsson), musica contemporanea (le tre Impro 01), elementi fusion (Methode) e progressive (Orizzonte), con Niemandsrose a fare un po` da trait d`union fra le varie spinte, tanto da risultare il brano più articolato, significativo e migliore dell`intero disco. E, nonostante il `mood` proposto non rientri proprio fra le mie passioni, devo dire che il disco si fa apprezzare per un gusto ed un`eleganza di grana fine, oltrechè per un equilibrio di livello superiore. Ad essere sincero un piccolo difetto lo riscontro, ma forse si tratta del classico pelo nell`uovo, e sta nell`utilizzo dei ritmi elettronici, che trovo siano troppo `dritti` e `consueti`. Una ricerca più personale in tal senso avrebbe fatto fare al disco un ulteriore salto di qualità .
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