Non sprecherò inutili chiacchiere introduttive per una leggenda come Damo Sukuzi; basti dire come, da circa quaranta anni, e con le dovute pause fisiologiche, la sua carriera vada avanti tra alte ed altissime vette. Da circa dieci anni poi ha intrapreso una sorta di tour infinito, chiamato appunto il `Never Ending Tour”, che non ha mai conosciuto soste, ed ha toccato quasi ogni angolo del globo; in ogni luogo si è legato con i musicisti del posto dando vita di volta in volta ad una nuova versione del Network. Da qualche anno abbiamo avuto la fortuna di averlo anche in Italia, a suonare in giro nella penisola in formazioni sempre variabili. Per chi non ha avuto il piacere di vederlo dal vivo (io sì, circa tre o quattro anni fa a Napoli e fu una grande esperienza) si è potuto consolare con il numero quattro della Phonometak Split Series uscito a metà 2008, in cui Damo Sukuzi presentava due tracce per ognuna delle due diverse versioni del Network in mostra (ribattezzato per l`occasione Metak Network), la prima insieme a Xabier Iriondo, Paolo Cantù, Mattia Coletti e Albero Morelli, la seconda con gli Zu e ancora Iriondo. Al di là della bellezza delle tracce in esso contenute, è solo con questo disco che si riesce ad avere un`idea compiuta del lavoro che da anni Damo Suzuki ha intrapreso nel campo dell`improvvisazione e della sperimentazione rock. “Tutti i colori del silenzio” è infatti registrato dal vivo (per la precisione a Faenza il 15 luglio 2006) con Mattia Coletti (chitarra elettrica), Diego Sapignoli (batterista degli Aidoru), Andrea Belfi (qui all`elettronica) e l`immancabile Xabier Iriondo (chitarra elettrica e mahai metak), ed è assolutamente rappresentativo di quello che furono i live act italiani. Il risultato è una lunghissima traccia, un unico show che si dipana senza soluzione di continuità , un`improvvisazione infinita che gira tutto intorno alla sciamanica voce di Suzuki, ora blueseggiante, ora celestiale, ad inventare e reiterare melodie, scomponendole e ricomponendole in un gioco che non conosce pause. Detto dell`istrionismo di Damo capace di incantare ed ipnotizzare l`ascoltatore come la platea, va sottolineato il notevolissimo lavoro dei membri del network che, lungi dall`essere dei semplici comprimari, si pongono come perfetta parte di un binomio che aggiorna il kraut al terzo millennio, con notevoli evoluzioni di marca elettroacustica, avant-rock, folk astratto ed improvvisazione. Un disco da ascoltare e riascoltare infinite volte.
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