La dicitura riportata sul sito di “Ambient/Drone Music” non rende il dovuto ad un disco che a tratti (l`iniziale Sirenmusic), per il suo elaborato minimalismo, può essere forse accostato anche ad opere di musica contemporanea della corrente minimale di Terry Riley o a Tony Conrad. Il paragone potrà forse risultare indegno se si considera la pletora di strumenti e di variazioni che contraddistingue ad esempio “In C”, ma ciò che unisce “Musicforshipwrecks” al lavoro dell`americano è più una costante attenzione al dettaglio giocata sulla ripetizione di uno stesso elemento o tono.
Questo disco, dal titolo perfetto per il suo contenuto, è il terzo di una serie di lavori a tema (qui si parla di relitti sommersi) di questo stampo, ed è realizzato solamente con sintetizzatori e chitarra, le cui lente volute, ricche di armonici e stratificate con estrema delicatezza, si rivelano psicostimolanti ad un ascolto distratto ma anche deliziose se trattate con la dovuta attenzione.
La prima traccia è decisamente un piccolo capolavoro che rende perfettamente l`idea della discoperta di un tesoro nascosto all`interno di un relitto sotto il mare come quello raffigurato nelle (forse troppo se raffrontate alla musica) cupe grafiche. Forse di minore interesse Rustmusic, più classicamente dark ambient e meno originale delle precedenti, ma si risolleva la qualità con la chiusura, molto prossima ai migliori lavori di Final (il troppo poco conosciuto progetto ambient di Justin Broaderick).
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