...e non solo perchè è formato da due uomini e due donne che suonano due strumenti a corde (contrabbasso e violoncello) e due strumenti a fiato (flauto e corno). Nella loro musica confluiscono infatti elementi di jazz e di musica classica contemporanea, ma i quattro (seppure utilizzino una strumentazione tradizionale ed essenzialmente acustica) sembrano avere une certa dimestichezza anche con le ultime frontiere dell`elettroacustica e dell`elettronica. E pure paiono rispolverare quel gusto per l`esplorazione degli accostamenti timbrici che pensavamo si fosse ormai persa con l`accantonamento di certa improvvisazione in auge nei vecchi anni Settanta. E` molto rappresentativo il primo brano, dove sull`intreccio rumorista degli altri strumenti il contrabbasso si inserisce con una scansione chiaramente jazzy, o Quingue, con nel sottofondo un suono di legno battuto. Ma i momenti più riusciti sono quelli in cui il blocco degli strumenti coagula a formare filamenti para-dronici. I quattro frequentano / hanno frequentato naturalmente quelli che sono i mostri della nuova musica norvegese (MoHa!, Ultralid, Spunk, Per Zanussi, Jazzkammer...) ma anche alcune stelle del panorama internazionale (Wolf Eyes, Ikue Mori, Zeena Parkins, Otomo Yoshihide, Fred Frith, Zu, Evan Parker, Lucio Capece, Ellen Fullman, Mats Gustafsson, Taku Sugimoto, Sachiko M, Mark Wastell, Peter Brötzmann, Jaap Blonk, Gert-Jan Prins, Christian Wolff, Tony Conrad...). Il titolo del disco non è riportabile con esattezza in quanto, come potete vedere dall`immagine, è costituito da una palizzata formata da sette paletti, il quinto dei quali è però intraversato e soprammesso ai primi quattro; su internet lo travate comunque segnalato con una sequenza di sette `i` maiuscole (“IIIIIII”). L`etichetta non ha ancora un sistema di vendita diretto e il modo più pratico per l`acquisto, che consiglio caldamente, è quello di rivolgersi al negozio norvegese on-line CDON.COM... Buon ascolto.
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