Ci sono cantautori italiani che sentono di appartenere alla categoria 'ho qualcosa di molto importante da dire', e poi altri invece che hanno la rara ed umile capacità di fare il possibile per scrivere dei testi decenti, cantarli in modo personale, suonare senza troppe pretese. Per quel che mi riguarda, tutti gli appartenenti alla prima categoria o si rivelano dei veri ed unici geni, oppure finiscono per risultare degli insopportabili ed alteri supponenti; per i secondi, male che vada sono innocui e possono disturbare una serata al pub con gli amici. Non faccio nomi nella prima categoria, anche se il noto Ligabue potrebbe tranquillamente appartenervi oggi, ma nella seconda di certo potremmo inserire di diritto il Bugo pre-major (ma anche quello dopo, ad esser buoni) nonchè il qui presente Mr. Brace ed il suo gruppo di valorosi musicisti.
Già il titolo "Salvate il mio maglione dalle tarme" include in sè una parte della caratteristiche del disco: una buona dose di ironia che però sa essere sapientemente mescolata con un senso sincero di malinconia. Così, laddove altri scopiazzano da glorie straniere, il nostro qui pesca in detti popolari più o meno storpiati, in citazioni essenzialmente incolte, perfino in reinterpretati cori da stadio.
In più, a livello musicale le melodie e gli arrangiamenti sono semplici ma non banali, con molteplici strumenti che si alternano e raramente accavallano, da chitarre essenzialmente acustiche a batteria, piano, tocchi di elettronica non sempre giocattolo e field recordings per una volta gettati in un contesto dai toni piuttosto allegri. E` infatti, in definitiva, l'allegria il sentimento che riescono a suscitare queste 12 canzoni riuscite e da cantare mentre si gira in macchina, con una Ruggine potenziale hit radiofonico di un mondo migliore, dove a San Siro anzichè Ligabue c'è Mr. Brace (e senza avere come gruppo spalla quello del figlio di Galliani).
|