Seconda apparizione di Loren Chasse nel catalogo di questa interessante etichetta australiana e secondo centro pieno. L`artista americano gioca a mescolare gli `elementi` e le stesse composizioni, sia all`interno della stessa pista (Footpath e Apparitions) sia in una sequenzialità alternata con Arbor Pores. La sua poetica rappresenta il contraltare malinconico a quella forte di Lionel Marchetti, e l`uomo appare quasi come un novello San Francesco che ascolta quanto ha da dirci quel mondo che riteniamo inanimato e che infine riesce a farci giungere la sua voce attraverso le sue mani. E le stigmate altro non sono che ferite invisibili attraverso le quali ci giunge l`illuminazione su quanto immenso può essere l`universo di una pietra, della sabbia o del vento. E in tutto questo c`è veramente un senso di sacralità . E cos`altro posso dire di un`esperienza inebriante qual è l`ascolto della musica di Loren Chasse, se non che si tratta di una faccenda che va vissuta direttamente. Come la salita all`Adam`s Peak, la circonvoluzione del Monte Kalish, il raggiungimento del Machu Picchu attraverso l`Inca Trail o il pellegrinaggio verso Santiago di Compostela. Sono cose che non si possono raccontare più di tanto. Inevitabilmente uno dei miei dischi del 2008.
La raccolta dei suoni proviene da alcuni `santuari` della natura oltrechè da alcune performance (anche italiche in Torino e Tarcento).
|