Questa berlinese doc reinventa letteralmente il pianoforte e ci insegna come da un approccio glacialmente teutonico possano nascere i fiori. Fra le sue dita la tastiera diventa percussione e strumento a corde, macchina elettrica e macchina elettronica, voce umana e telaio per tessitura, e le tele che tessono quelle dita continuano ad essere spiragli di luce nell`ambito di una sperimentazione che innegabilmente ha cominciato a crogiolarsi nei soliti cliché. Nelle sue mani l`oggetto ingombrante di cui sappiamo sembra trasformarsi in carne viva, dotata di un proprio movimento e di un suo respiro. Questa è qualcosa di più, qualcosa di diverso dalla semplice `preparazione` dello strumento, questo è resettaggio e riconfigurazione, a predisporre una comunione d`intenti fra strumento e strumentista. Con delicatezza, a piccole linee, in un susseguirsi di flebili punteggiature, di suoni che si frangono nel nulla, così, con estrema delicatezza, fra le sue dita il rumore si trasforma in poesia pura, come un notturno di Chopin. Materia sonora incontaminata. Ovvero: Ryoji Ikeda incontra lo spirito di John Cage nell`appartamento di Derek Bailey. E` tutto un dire.
Come da tradizione ormai consolidata in casa Absinth, il CD è racchiuso nella solita splendida confezione e l`edizione è limitata al numero di 300 copie.
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