La metamorfosi è giunta a termine. (etre) produceva materiali urticanti, secreti attraverso movenze sinusoidali sbriciolate e parcellizzati quasi a delimitare il vuoto (od il nulla), racchiuso nel suo bozzolo in un tentativo di mimetismo con la giungla del suono urbano. L`ordigno che aveva in mano esplodeva in schegge di schizofrenia che lasciavano fuori la luce, ad esclusione di un`accecante saetta destinata al ruolo di scintilla iniziale, istinto e ragione allo stesso tempo. Una vita nel microcosmo, estraneo (o forse inconsapevole) ai colori del creato, l`attenzione rivolta verso un universo tutto interiore, in un cosmopolitalismo viscerale che era novella degli spazi chiusi, delle catacombe.
Annunciato a più riprese, anche con lancio di luminescenti bengala, Harps Of Fuchsia Kalmia dispiega adesso le sue ali in uno spazio aperto e policromo. E` questa una musica che appare serena, distesa e onirica, dall`anima bucolico-psichedelica più che dalla struttura folk, soffice e striata di venature minimaliste, lontana dalle intemperanze del passato e fluida quanto può esserlo il corso d`un fiume in pianura. E` musica dell`aria aperta e, seppure non venga dimenticata l`azione disgregatrice che si svolge nel sotto suolo, l`attenzione sembra più concentrata sulla corolla dei fiori e sul loro nettare piuttosto che sulle radici e sul letame in grado di nutrirle. In qualche modo vengono a mente i californiani Kaleidoscope, seppur passati al vaglio da gente come Matt Valentine o Jack Rose. O, meglio ancora, un Markus Popp virato pastello dai pennelli di Terry Riley.
Lievi `disattenzioni` vengono denunciate unicamente dalla tendenza, che probabilmente il Borrelli si porta appresso dalla vita precedente, al sovraccarico e da una carenza di dinamiche nello svolgimento dei temi. Ma si tratta di `disattenzioni` che a qualcuno potrebbero comunque apparire come dedizione ad una linea di condotta ideale.
Ciò che per tutti è la 'fine del mondo' per il bruco è una farfalla.
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