Autore disco: |
Zeitkratzer w/ Carsten Nicolai / Terre Thaemlitz / Keiji Haino |
Etichetta: |
Zeitkratzer Productions (D) |
Link: |
www.zeitkratzer.de |
Formato: |
CD x 3 |
Anno di Pubblicazione: |
2008 |
Titoli: |
1) Synchron Bitwave 2) 5 min 3-4) c1 / 1) Down Home Kami-Sakunobe 2) 500 Year Orbit 3) Sloppy 42nds 4) Hobo Train 5-6) Superbonus / 1) Aria I 2) Aria II 3) Sinfonia 4) Bonus: Drum Duo
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Durata: |
51:46 / 55:16 / 56:59 |
Con: |
Frank Gratkowski, Hayden Chisholm, Franz Hautzinger, Melvyn Poore, Reinhold Friedl, Maurice de Martin, Burkhard Schlothauer, Anton Lukoszevieze, Ulrich Phillipp, Marc Weiser, Ralf Meinz w/ Carsten Nicolai / Terre Thaemlitz / Keiji Haino |
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post everything: solo in parte si può ascoltare qualcosa di realmente straordinario |
x e. g. (no ©) |
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E` ormai da tempo che mi pongo l`obbligo di recensire questi tre dischetti - usciti sia in veste separata sia in veste di cofanetto - ma si sovrappongono sempre esigenze più immediate quali possono essere la recensione di un top, l`elaborazione di un articolo o la chiusura di un`intervista. Finalmente riesco a compiere questo dovere e tiro un bel sospiro (non potete immaginare quanto grosso).
Come potete ben capire i tre CD sono altrettanti capitoli di una trilogia, chiamata `elettroniche`, nei quali l`ensemble tedesco guidato da Reinhold Friedl collabora con altrettanti musicisti ben noti agli appassionati di fenomeni più o meno underground.
Trovo che Carsten Nicolai (o Alva Noto che dir si voglia) sia uno dei musicisti più sopravvalutati di questi anni, non riesco neppure a capire in base a quali elementi si sia giunti a questa sopravvalutazione, e tengo a precisare di aver maturato questo giudizio sia attraverso l`ascolto di alcuni suoi dischi sia attraverso una visione diretta del nostro in concerto, da solo come in compagnia di Blixa Bargeld. Devo quindi ammettere di essere arrivato prevenuto all`ascolto del primo di questi CD e, pur cercando di scrollarmi di dosso tale prevenzione e facendo tutti gli sforzi umanamente possibili per riuscire ad apprezzarlo, il mio giudizio rimane sostanzialmente negativo. Il maggiore difetto sta nella ripetitività , da non intendere nel senso di una musica ripetitiva ma nel senso che il tedesco si ripete di disco in disco, e quindi anche qui vengono riproposti tre di quei cicli sonori già `noti` e purtroppo ben poco stimolanti.
All`insegna del clichè pare svilupparsi anche il disco con Haino Keiji, in quattro brani che vedono il giapponese affiancare l`ensemble tedesco impegnandosi su voce, chitarra, elettroniche e batteria. L`unico elemento di novità , ma comunque episodio minore, è l`ultimo brano tutto giocato su strumenti a percussione. Per il resto la personalità di Haino permea il tutto, come sempre affascinante, ma in definitiva non viene proposta quella sequenza completa sul suo mood più recente come era avvenuto, entusiasmandomi, nel disco insieme ai Pan Sonic. Quindi nel risultato non c`è nulla di insospettabile e la `finestra` viene aperta solo parzialmente su una realtà che avrebbe potuto essere molto più complessa e variopinta.
Resta solo da appigliarsi al disco con Terre Thaemlitz che, viceversa, suona estremamente vario e, soprattutto, è veramente straordinario. Forse è stato determinante il fatto che Zeitkratzer e Thaemlitz non erano nuovi alla collaborazione, e comunque torna a galla quell`atteggiamento volutamente `tamarro` che già aveva entusiasmato ai tempi di “Volksmusik”. Ascoltare il primo brano, una micidiale cavalcata percussiva selvaggia e tribale a sottolineare una voce declamatoria e monotona, e ditemi se non fa pensare al Mark E. Smith dei momenti buoni!?!! 500 Year Orbit si perde fra oscuri bordoni, e un pianoforte free al rallentatore, come se fosse suonato da un Cecil Taylor narcolettico. Un ritmo leggero, ripetitivo e ossessivo va poi a sostenere suoni da sala per videogiochi, da quotidianità post industriale o da casa famiglia per esseri robotici (Sloppy 42nds, perfetta tedescheria post-kraftwerk). Hobo Train è una miscela di cacofonia free e, ancora, `volksmusik`. In Superbonus pare di sentire gli echi `cosmico-rosati` del primo dopo Barrett (“A Saucerful Of Secrets” o giù di lì), e di conseguenza di quasi tutto il rock tedesco del decennio successivo, che si protraggono per oltre 25 minuti. Un autentico masterpiece.
Le tre confezioni sembrano voler citare gli elementi: acqua, terra, aria... manca il fuoco, ma quello (seppure solo a tratti) sta dentro ai dischi.
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