Autore disco: |
Headless Heroes // Mariee Sioux |
Etichetta: |
Names (GB) // Grass Roots Record Co. (USA) |
Link: |
www.headlessheroes.com www.namesrecords.com www.grassrootsrecordco.com/home.html |
Formato: |
CD |
Anno di Pubblicazione: |
2008// 2007 |
Titoli: |
1) True Love Will Find You In The End 2) Just One Time 3) Here Before 4) Just Like Honey 5) To You 6) Blues Run The Game 7) Hey, Who Really Cares? 8) Nobody's Baby Now 9) The North Wind Blew South 10) See My Love // 1) Wizard Flurry Home 2) Buried In Teeth 3) Friendboats 4) Wild Eyes 5) Bravitzlana Rubakalva 6) Two Tongues 7) Bundles 8) Flowers and Blood |
Durata: |
33:36 // 49:45 |
Con: |
Alela Diane, Josh Klinghoffer, Woody Jackson, Joey Waronker, Mike Green, Gus Seyffert, Leo Abrahams, Dirty Pretty Strings, Mike Boldger // Mariee Sioux, Gentle Thunder, Gary Sobonya, Jonathan Hischke, Luke Janela, Maggie McKaig, Dana Gumbiner, Lee Bob Watson, Jeremiah Conte |
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cantautori: con entrambi vai sul sicuro |
x e. g. (no ©) |
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Headless Heroes è un effimero supergruppo formato da personalità eminenti (pescate nell`entourage di Red Hot Chili Peppers, PJ Harvey, Ed Harcourt, Smashing Pumpkins e REM) e voluto dalla Names (etichetta inglese vicina a Rough Trade) allo scopo di accompagnare la voce di Alela Diane in una serie di reinterpretazioni. La scelta dei brani è fatta con cura meticolosa e pesca in perfetto equilibrio fra autori classici (Daniel Johnston, Nick Cave e Glen Campbell), autori recentemente riscoperti (Vashti Bunyan e Linda Perhacs) e autori minori (Pamela Polland, Robert Anson...), finendo con l`includere anche un insospettabile Just Like Honey dei Jesus & Mary Chain. La cantautrice mostra così anche ottime doti interpretative, a partire dal primo brano che evoca miracolosamente gli Opal, evitando di immischiarsi in odiose/noiose risciacquature art-folk. Anche la strumentazione è di tipo classicamente impostato, senza ninnoli e/o elettroniche, con chitarre, batterie, organo e piano, tromba, archi (fra gli strumentisti accompagnatori v`è il quartetto femminile Dirty Pretty Strings) e, unica eccezione, una zithera; il tutto converge a ricercare una semplicità voluta fin nel nome dato al progetto. Questo rifuggire le piccole mode del momento, insieme alle ottime e succinte performance vocali e strumentali, rappresenta quindi uno dei punti di forza della selezione. L`unica pecca sta in una formula, quella del disco reinterpretativo, che comincia a diventare un clichè troppo sfruttato. Promozione quasi piena, quindi, con la speranza che si tratti di un episodio estemporaneo e non di un primo passo teso a lanciare Alela Diane nel firmamento del nulla.
I fan di Alela Diane apprezzeranno senz`altro anche “Faces In The Rocks” di quella Mariee Sioux che appariva come ospite in “The Pirates Gospel”. Si tratta di una nativa americana (ma anche Alela Diane dovrebbe esserlo) che scrive ed interpreta ottime canzoni rese ipnotiche dall`uso di una certa ripetitività e di un orchestrazione che miscela strumenti classici della tradizione cantautorale occidentale (chitarra, mandolino, chitarra basso, violoncello, fisarmonica...) e strumenti appartenenti alla tradizione indigeno-americana splendidamente suonati da Gentle Thunder (native american flute, buffalo drum, rain stick...). Le atmosfere sono soffuse e richiamano la psichedelia più sognante e non ho nessuna remora nel segnalarlo come fondamentale per gli appassionati della più pura tradizione californiana.
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