Ottimo lavoro in odore di certe cose anni `90 (Cop Shoot Cop soprattutto, ma senza le accezioni politiche e con meno voce), ma con accenni anche new wave (di quella à la This Heat, per intenderci) e jazzcore (soprattutto il brano di apertura), questo “Facial” (chissà se si riferisce alla categoria dei porno?) dei belgi K-Branding, attivi dal 2004, sorprende per forza espressiva e trovate stilistiche. Pesante ma anche vario al punto giusto, con inserti di sax e voce, di norma filtrata, che vanno ad intrecciarsi con chitarre, basso e batteria, spesso protagonista in molte tracce (vedi la tribale Lander o Africanurse, intricatissima), il disco scorre senza mai annoiare, complici anche i numerosi brani che rallentano il ritmo, sopra tutti la bellissima e quasi malinconica heavy ballad Curse of the Small Faces.
Pezzo migliore del lotto è forse Nieu Latyn, che alterna sognanti e cupi rotolamenti wave (potrebbe essere il Pop Group) a tirate grind che ricordano da vicino i primi Fear Factory. In altri frangenti è un vago sapore industrial di marca Black Dice a prendere il sopravvento, come nella traccia conclusiva o nella lunga e lugubre Der Morgen Kommt.
Nel complesso, un bel disco che potrà soddisfare i palati di chi cerca materiale incazzato ma al tempo stesso raffinato.
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