Ci riescono due apri-pista come Cannot Sleep e Clouds Are Moving a spianare da subito la strada, in seguito tutta in discesa, per la creatura sexy `n` roll dei The Record`s, “Money`s On Fire”: gasato compendio power-pop, dove l`aroma sixties, tipicamente british, insieme a battute di new wave, garage e qualche puntino sopra le i di blues, si diluisce al carattere ironico e provocatorio, prettamente homemade del combo bresciano. Tirando le somme: altro che novellini questi ragazzacci, se già dal primo full lenght della loro carriera (preceduto dall`ep “Joyful Celebration” per la Mizar Records) si muovono come dei `rugosi` veterani, allenati a dovere nella confezione di pimpanti gemme indie-pop dal fascino assicurato. “Money`s On Fire” dà l`idea di esser vissuto dal principio come una sfida a tutti gli effetti, e a far vivere tale sensazione non bastano di certo il tanto di dedica interna al cd («This album is dedicated to those who ignore us») o l`ottima scelta di autoprodursi, ma bensì l`impressione che ogni canzone venga scritta nei minimi dettagli, come se fosse pensata per un singolo. Dodici pop-songs, permettetemi la licenza popolare, con i `controcoglioni`: semplice energia da scossi-anni-sessanta raccolti&interpretati con le frenesie di tre giovani moderni. Doppia voce, spesso in sintonia melodica, voce di sostegno, acustiche, elettriche, basso, tastiere, piano, manto vellutato d`organo, percussioni e batteria partono in quarta con un concentrato di Kinks-mania (ancora Cannot Sleep e le corde cristalline stile-Smith al servizio di Clouds Are Moving), spintoni ritmici tra garage e impudenza glam (Lockdown - Free As A Bird, la ruggine blues scoperta a `zig e zag` in Hot Spot). Parentesi costelliane si allargano nella title track, più spazio è serbato alla ballata pop, ma parimenti si spinge sull`acceleratore della vitalità , sentendosi come sempre tanto inglesi: polveri del Paul Weller post-Jam si posano sul mood romantico di A Little Content, spiragli di maggiore classicità sbucano con Draft e Black Ropes Hanging Over (college-rock suonato con fierezza). Vanno segnalate due piste piuttosto bizzarre dove l`ironia tutta english è precipitosamente soppiantata da rauche profondità garage-blues (Jon) spenceriane: Shoe Shine (in parte) e la bomba Rudy (in pieno).
Big Time Moaner è la ballata all`acqua di rosa che seda gli animi e li prepara malinconicamente alla fine di “Money`s On Fire”, trip pop-rock coloratissimo quanto piccantino dalle indubbie qualità .
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