La svedese Kning è una delle mie etichette preferite: su queste pagine avete letto del disco di sperimentazione melodico-indefinibile dei nostri Ielasi e Ratti, ma anche del fingerpicking di James Blackshaw e di altri artisti di ogni risma. Troviamo per esempio anche Kim Hiorthoy, i cattivissimi Birchville Cat Motel, il famoso David Grubbs oppure ancora il pop astratto dei misconosciuti Balroynigress. Ed è proprio a questo genere di musica di facile ascolto ma con elementi di profonda bizzarria che il fenomenale disco di questi Misophone fa riferimento. Pare si tratti di un duo britannico che suona da secoli ed è al proprio tredicesimo (ma ancora misconosciuto) album. Beh, non so come fossero i precedenti dodici, ma se solo contenevano un decimo della brillante vitalità e fantasia di questo “Where has it gone...”, li vorrei ascoltare tutti. Purtroppo scrivo questa recensione quando sta per uscire, sempre su Kning, il suo seguito, previsto per il primo novembre 2008, quindi non si può dire che siamo aggiornatissimi, ma se volete un disco folk-pop da ascoltare migliaia di volte, perdendovi nel suono degli innumerevoli strumenti padroneggiati dai due, nelle loro voci eclettiche, nella produzione impeccabile e raffinata, e pure nel bellissimo digipack con immagini tratte da serigrafie del secolo scorso, correte ad ordinarlo immediatamente.
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