Se la morte improvvisa di Dino Bramanti (*) sembra aver portato l`attività dei Sinistri in uno stato stuporoso, buone novità continuano comunque ad arrivarci da alcuni componenti del gruppo a dimostrazione che si tratta(va?) di un`entità le cui singole particelle sono comunque in grado di emettere energia creativa anche quando vengono separate dal nucleo principale. Mentre dell`eccellente “Il tempo...” del duo Shipwreck Bag Show (Xabier Iriondo e Roberto Bertacchini) vi riferirà prossimamente Alfredo Rastelli, puntiamo adesso i nostri riflettori sull`altrettanto valido lavoro di Alessandro Bocci sotto l`alias M16.
In M16 viene riversata tutta la passione coltivata dal musicista nei confronti di quell`elettronica post-wave che tanta importanza ebbe nella realizzazione di “infrantumi”, gran disco pubblicato dai Sinistri quando ancora si chiamavano Starfuckers. Panorama Frequency e IVRI, pubblicate nella serie “Web Edition” della Radical Matters e scaricabili gratuitamente, sono due brevi excursus nel mondo delle frequenze sonore e nelle possibilità offerte dalla loro manipolazione, per un risultato che potremmo definire come `noise elettronico`. Si tratta di un buon esperimento, seppure non possa essere paragonabile neanche minimamente a “Black Corner” dove, diversamente, il Bocci appronta una specie di dizionario intorno alle possibilità ritmiche offerte dai nuovi ausili elettronici, lasciando da parte alcuni eccessi legati al passato e dando così segnale di una ormai raggiunta maturità artistica. La fantasia degli intrecci (poli)ritmici, l'alta qualità e la nitidezza timbriche dei suoni, la fluidità delle strutture, gli stop e le inserzioni in grado di stupire l'orecchio, quindi la meticolosità degli incastri, in tutto e per tutto questo è il disco messo a punto da un nome che, nel genere techno e dintorni, può ormai essere considerato alla stregua di un maestro. Soprattutto mi hanno impressionato una sobrietà e una lucidità tali da guidare la mano del manipolatore, quali emanazioni dirette di non meglio precisate deità olimpiche, ad affrontare il viaggio e approntare la scrittura senza il minimo segno di sbavature; non c`è un suono, o una soluzione, che appaiano superflui, così come non c`è nulla di nulla che potrebbe essere aggiunto senza alterare (in peggio) un equilibrio pressochè perfetto. Essenzialismo ai massimi livelli e, credetemi, oggi sono pochi i musicisti in grado di vincere questa scommessa.
Ho la vaga impressione, vista anche l`alta qualità della collaborazione con Andrea Reali ascoltabile nella raccolta “Volume 1” della Niente Records, che per il progetto M16 si aprano da oggi anche nuove interessanti prospettive. In bocca al lupo.
Il formato è quello del doppio 12 pollici a 45 giri, oggetto di culto sia per gli appassionati di vinile sia per dj e/o manipolatori in erba.
(*) Sia “Black Corner” sia il disco degli Shipwreck Bag Show sono dedicati a Dino Bramanti, ma il primo è dedicato anche ad un altro amico che recentemente ci ha lasciato per intraprendere il fatidico viaggio in altri mondi: Gianluca Lerici (aka Prof Bad Trip).
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