Dopo un periodo di semioscurità il nome della Kubisch sembra finalmente arrivato ad occupare il posto che meritatamente gli spetta, e numerose sono le installazioni e le pubblicazioni discografiche che la vedono protagonista al di qua e al di là dell`Oceano. Purtroppo per gli aficionados più devoti, alcune di queste pubblicazioni sono dei CD-R in edizione limitata prodotti dal museo o dalla galleria ospitante la mostra dell`artista, e di conseguenza vanno ad esaurirsi con la consumazione della stessa installazione. Comunque, anche stando così le cose, i materiali prodotti e reperibili per un lasso di tempo non troppo limitato sono sufficienti per chi vuole seguirne il percorso creativo pur senza possedere lo spirito del completista.
“24 Pictures at an Exhibition, 2005” è un lavoro effettuato per il Museo della piccola cittadina svedese di Ystad (è un po` come se Palmi commissionasse un lavoro alla Kubisch, vi rendete conto?) e cerca di rapportare arte pittorica e arte sonora, il che non rappresenta certo una novità (ad iniziare dalla serie di Mussorgsky che sembra aver suggerito il titolo a questa stessa installazione). In questo caso i pezzi si consumano nella manipolazione elettronica di una voce (quella dello stesso direttore artistico del museo) che sciorina sulle caratteristiche della singola pittura, della collezione presente nel museo e sull`arte stessa. Un opera che permette di apprezzare la musicalità dell`artista germanica, musicalità che è in grado di emergere a prescindere da quelle che sono le fonti sonore utilizzate.
`Licht Himmel´ proviene da un`installazione per la spettacolare struttura del Gasometer Oberhausen, ex gasometro presso la città tedesca di Oberhausen riconvertito oggi a centro culturale polifunzionale (e anche qui è bene porre l`accento sui costumi italici, dove la riconversione di vecchie strutture industriali sfocia sovente nella creazione di centri commerciali!!!!!!!!!). il CD rappresenta la riduzione stereo di una composizione in origine diffusa attraverso 14 canali e comprensiva di una fantasmagorica deriva luminosa. Le fonti sonore sono un misto di strumenti suonati (buona parte in vetro), registrazioni naturali di suoni udibili o di fonti elettromagnetiche, trattamenti elettronici e sintetizzatori (fra gli strumenti in uso l`ormai mitica armonica in vetro ed il trautonium, uno strumento proto-elettronico realizzato in Germania nel 1930 dall`ingegnere elettronico Freidrich Adolf Trautwein). Il suono è liquido e sottile e rimanda a quei microsuoni già indagati dalla Kubisch nella sua serie di dischi per l`etichetta Semishigure (“Diapason”, “Twelve Signals” e “Armonica”), seppure qui i suoni lunghi siano a tratti supportati da accenni a strutture ritmiche. Tutto molto bello.
Ma è “Five Electrical Walks” il pezzo forte di questa terna di CD, essendo stato concepito come tale e non come deriva di una mostra (se pure alcune sue parti possano essere state utilizzate in tal senso). Si tratta di `passeggiate` con cuffie particolarmente sensibili ed in grado di rendere udibili i suoni prodotti da campi elettromagnetici superficiali e/o sotterranei. Chiaramente la scelta logistica è caduta su zone urbane, rispettivamente New York, Birmingham, alcuni aeroporti o strutture che fanno uso di sistemi di sicurezza (a Madrid, Berlino, Parigi, Tokyo, Londra e Taipei), la stazione Atocha di Madrid e ancora un`antrisa di aeroporti, stazioni ferroviarie e metropolitane. Nulla di nuovo, direte voi, e pur trovandomi d`accordo voglio comunque sottolineare nuovamente la musicalità della Kubisch, musicalità che in molti lavori simili viene a mancare. Stratosferico il primo pezzo, ubicazione intorno alla newyorkese Times Square, che risolve in una minimal techno alla Pan Sonic. Segue una struttura più morbida e condotta quasi in surplace, nonostante in alcuni momenti sembri di cogliere una tendenza , subito frustrata, ad aumentare il ritmo della pedalata. Un concatenarsi e soprammettersi di suoni vibrati che, più che sicurezza, creano un certo stato di tensione, ed è Security. Le registrazioni alla stazione di Atocha sono di poco successive all`attentato che colpì quella stazione ferroviaria, e forse è la suggestione che le fa apparire come note dolenti di una veglia funebre; note dolenti che si ripercuotono anche nella atmosfere notturne del brano di chiusura.
Se, come credo, la Kubisch fa parte costante dei vostri sogni... non esitate a fare il pieno. Il gasometro è aperto.
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