Queste eleganti confezioni (cofanetto che contiene il CD ed un sostanzioso libretto con le necessarie informazioni) sono la prosecuzione diretta di quelle prime storiche realizzazioni in vinile attraverso le quali l`etichetta milanese s`è fatta conoscere, lo dimostrano l`impostazione grafica, il materiale proposto (pescato nei meandri più oscuri della prima musica elettronica italiana) e il fatto che una delle nuove uscite è proprio la ristampa di uno di quei primi vinili (“Musicautomatica” di Pietro Grossi, se già non l`avete direi che...).
Enore Zaffiri è una nostra conoscenza (il suo “Musica Reticolare” fu la seconda realizzazione della Die Schachtel, trovate la recensioni nell`archivio relativo all`anno 2004). Musica per un anno, la cui scrittura risale del 1968, è una composizione musicale costruita su (per me) complessi principi geometrico temporali. Il numero di riferimento principale è rappresentato dall`unità 12 e relativi multipli: i 360 giorni in cui viene diviso un anno, le 12 ore in cui è diviso il quadrante dell`orologio, i 60 minuti di durata della composizione... Elettronica primigenia, musica per ambienti, minimalismo storico sembrano essere i punti di riferimento di queste catene di suoni dall`andamento ciclico, sia sulla breve distanza sia nella loro globalità . E come scritto sopra il calco della struttura sonora è proprio il periodo di un anno, diviso a sua volta in mesi, giorni, ore... Un`adeguata programmazione che segua gli intrecci geometrici formulati da Zaffiri può dare vita a 8.640 ore (360 giorni) di materiale sonoro, qui comunque sunto in 1 ora. Ci avete capito qualcosa? Beh, neppure io e quindi la mia esposizione riassuntiva non può essere affatto nè chiara nè chiarificatrice, me nel librettino che accompagna il CD matematici e affini troveranno quanto basta con dovizia di particolari. Per coloro che, come me, non hanno con le scienze matematiche un rapporto d`amicizia rimane il gusto del puro ascolto. Quindi `più non dimandate`.
Discorso leggermente diverso per il disco di Teresa Ramazzi (1914-2001) che raccoglie quattro lavori portati a termine fra il 1970 e il 1980. Se non altro diverso perchè la composizione principale (Musica endoscopica, del 1972) venne realizzata come colonna sonora per il documentario a carattere scientifico “La gastroscopia”. Non so se avete mai visto filmati girati nella cavità che sono all`interno del corpo umano? Se non li avete mai visti provvedete, perchè sono davvero materiale cyber... sembra di vedere paesaggi tratti da un film fanta-horror. E la musica di Teresa Ramazzi, di carattere aspro, grumoso, nebuloso e spaziale, suona perfetta per sonorizzare tali immagini. E già il primo pezzo (Environ, del 1970) è talmente oscuro da prefigurare certo dark ambient degli anni `90. L`autrice presta particolare attenzione alle dinamiche ed ha un ottimo controllo su spazializzazione, uso dei silenzi (With The Light Pen) e fluidità dei suoni (vedi l`eccellente Atmen Noch che che vinse il secondo premio all`VIII Concorso Internazionale di Musica Elettroacustica di Bourges). Sulla Rampazzi il libretto allegato al CD è caparbiamente prodigo di notizie: dagli inizi come pianista ai corsi di Darmstadt, dalle collaborazioni con Luigi Nono a quelle con John Cage, dalla formazione di “Nuove Proposte Sonore” alla produzione di colonne sonore «per film d`animazione e scientifici».
L`unico disappunto riguarda l`abbandono delle vecchie confezioni in vinile; ma ho comunque ben chiaro che il CD permette più facili guadagni e, soprattutto se ciò consente ai gestori della Die Schachtel il mantenimento di un così elevato standard produttivo, rappresenta l`inevitabile `male minore`.
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