Tutto in questo disco fa pensare alla provocazione politica: dalla bandiera americana oltraggiata in copertina (opera dell`artista Raymond Pettibon), al nome dell`etichetta che pubblica il disco, la Taliban Records, ai titoli della canzoni (No Taliban No Vatikan, This Is Not My Government) fino a proclami politici e trovate sonore discutibili (ad esempio i colpi di mitra). Contro chi ce l`abbiano è chiaro e l`11 settembre offre ancora spunti di riflessione (come potrebbe non essere così?). Della musica che dire? Non certo indimenticale, tutt`altro. Elettro-pop di influenza teutonica tra i più trash e kitch che ci siano in giro. Suoni involuti, ritmi techno squadrati, voci computerizzate, campionamenti che attingono dal mainstream più mainstream (potete divertitevi a riconoscerli) e che strizzano l`occhio tanto al bastard pop quanto ai gruppi `elettroclash`; strutture monoschematiche buone per una festa in discoteca se fossimo ancora negli anni '80. I due austriaci in questione, Bidner e Martinez, provengono dal circuito dance, e si sente, e qui presentano una versione ancora più sbilanciata verso il dancefloor di gruppi quali Trans Am, Depeche Mode e compagnia cantando. Il campionario della canzone elettro è completo: ci sono i pezzi per scatenarsi in pista (Better Dead Than Read) e quelli più ammiccanti per ballare romanticamente abbracciati a qualcuno (Plus Ultra e Suicide Bomb), un paio di episodi pop (This Is Not My Government ), qualcuno rock (Pornstar), uno new wave (Supercomputer), altri esotici (Think It Left Do It Right) e psichedelici (Ugly World) e scusatemi se a tutto questo preferisco rimanere a casa e dormire.
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