La recensione di questi due CD-R, non più recenti ma, credo, sempre disponibili, consente di piazzare un altro tassello nella mappatura della musica elettronica italiana. Va subito detto che l`abito `musica elettronica` sta molto stretto sia a queste composizioni sia alla pratica di Fogar, essendo questi meglio definibile come `convertitore` di suoni concreti. Friulano, da tempo sulla scena, già autore di alcuni CD-R distribuiti privatamente con il marchio Timelash (molto bello è “Isole”), unico italiano presente in una compilation della Frog Peak (associazione statunitense che raccoglie e promuove i più prestigiosi compositori americani contemporanei)... come vedete si tratta di un manipolatore, essenzialmente autodidatta, che già da tempo è sulla scena, anche se per ora ha raccolto soltanto l`attenzione di alcuni `illuminati` (parlo di stampa, naturalmente). Le influenze, o affinità , sono da ricercare in alcuni nomi che ricorrono con una certa frequenza nei `credits` dei suoi dischi: Chris Sattinger, Tom Erbe e John Duncan, oppure in altri estrapolabili da alcune interviste: Pauline Oliveros, John Cage, Brian Eno, Iannis Xenakis, Bernhard Günter, Morton Feldman... influenze, o affinità , che possono essere sia di tipo estetico sia di tipo tecnico. Fogar è un alchimista sonoro particolarmente attento all`aspetto compositivo, e questo spiega buona parte delle affinità come la presenza nella compilation della Frog Peak, seppure il suo modo di operare non possa essere interpretato in modo `classico` ma in un`accezione tipicamente post-cageana. Seppure, fra i suoi dischi che ho ascoltato, il mio preferito rimanga “Isole”, questi sono comunque due lavori di tutto rispetto. Si tratta di due opere quasi complementari, nel senso che mentre la prima comprende un unico lungo brano dall`ampio respiro, nel quale è maggiormente apprezzabile il `compositore`, la seconda è frammentata in più brani, frutto di una esposizione più microscopica, nella cui economia il (non) `musicista` lascia il posto all`alchimista puro. “Prakriti”, termine Sanscrito che significa `natura` o `energia cosmica`, sembra voler racchiudere tutta l`ideologia dell`autore, in un montaggio di suoni, e d`idee, che ha il sapore dell`infinito, dell`è stato, dell`è e del sarà , mentre, più `modestamente`, “Transmutations” indaga nel finito di sette metalli (l`album è sottotitolato alchemical transmutations - cycle of metals). Dal microscopico al macroscopico, o viceversa, le esplorazioni di Fogar sono comunque quelle tipiche di ogni ciclo vitale. Comprate i dischi ma soprattutto, se vi capita l`occasione, andate a una sua installazione perchè è quello il contesto che, per quanto si dice, gli è più congeniale.
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