Autore disco: |
Sven-Åke Johansson |
Etichetta: |
GROB (D) |
Link: |
www.churchofgrob.com |
Formato: |
CD |
Anno di Pubblicazione: |
2004 |
Titoli: |
anschlussmusik mit handtuch I-III (komposition Sven-Åke Johansson-Halldin): 1) I Mel. F, Berliner / Früh Um Fünfe 2) II Anschluss Mit Handtuch (0,00` - 2,20`` “ohne muskelkraft-very soft” M.V. Regteren-Altena) 3) III Eins Bis Zehn Minus Fünf (1bis 10-5)
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Durata: |
78:23 |
Con: |
Sven-Åke Johansson, Carl Rüdiger, Wolfang Fuchs, Radu Malfatti, Thomas Wiedermann, Hans Reichel, Norbert Eisbrenner, Maarten Van Regteren Altena
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Sembrano passati solo pochi anni da quando il prezioso contributo versato all'improvvisazione radicale da Sven-Åke Johansson è diventato motivo di un meritato e doveroso riconoscimento ufficiale. Proprio la Grob, un anno fa circa, dava alla stampe “Hudson Riv”(*): briosa rilettura di old song, sbiadite dal tempo, i cui testi narravano la città di New York, il suo vivere, le sue sfaccettature.
Dunque non meraviglia che adesso la stessa etichetta se ne esca fuori con una proposta mirata a far conoscere un dettaglio di rilievo collegato al passato dell'autore. Il battesimo di “Mit Dem NMUI in so 36 '79” risale a metà anni '80, come singolo per la storica FMP, qui riproposto nella sua interezza. L'importanza dell'opera travalica il contenuto musicale stesso: l'evento, un incontro di libera improvvisazione avvenuto nel 1979 a Berlino, narra della collaborazione avuta tra il batterista svedese e il NMUI (letteralmente: Nordeuropäischen Melodie- und Improvisationsorchester).
Il NMUI, come la scelta del nome evidenziava, era una formazione dall'ossatura `cooperativista` e tentava di raggruppare i personaggi più ferrati della 'new thing' nord-europea. A partire da Carl Rüdiger, Wolfang Fuchs, Radu Malfatti, Thomas Wiedermann, Hans Reichel, Norbert Eisbrenner, per approdare all'olandese Maarten Van Regteren Altena. Un libero abbandono alle istanze del free jazz si apre a mondi strumentali non-appropriati, come le canne di legno suonate da Fuchs. Anche durante lo scorrere dei tre 'tempi', la melodia si lascia con facilità contaminare da spunti non propriamente jazzistici: i tratti popolari della fisarmonica e l'uso ripetitivo che Johansson ne fa di tale strumento. Il jazz, lo swing, quando sbuca, suona pomposo, 'scivolando' anche in estemporanei giochi, tesi a ripercorrere tradizioni be-boop riscritte dall`irruenza liberatoria di Albert Ayler.
Il tutto rispecchia un fare anarchico, intrinseco alla poetica di Johansson, una libertà tangibile in tutta la sua opera, e “Mit Dem NMUI in so 36 '79” può tranquillamente mietere vittime tra le odierne formazioni free jazz che, il più delle volte, invece di creare si limitano a trasporre posizioni avanguardistiche, sorte più di venti anni fa.
*(è possibile approfondire la conoscenza del trio, condiviso con Carl Rüdiger e Joe Williamson, consultando la recensione presente nell'archivio).
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