La banalità ci impone di iniziare con un 'meglio tardi che mai'. Questa ritampa in CD, il vinile originale risale al 1956 o 1957, è infatti già vecchia di due anni ma, data l'importanza del materiale che vi è contenuto, è opportuno parlarne seppure in ritardo. Ci sono diversi motivi che possono spingere alla ricerca di questo disco, a partire dal fatto che si tratta di un gran bel disco e, proseguendo, dalla constatazione che questa, originariamente uscita nella piccola etichetta chicagoana Warwick, è l'opera prima di Andrew Hill e precede, di sette anni circa, il successivo "Black Fire" uscito su Blue Note. Un altro motivo, ancor più attizzante, sta nel fatto che questo è uno dei primi dischi, se non il primo in assoluto, in cui appare uno dei musicisti che successivamente fonderanno l'AACM, ed esattamente colui che diventerà noto come il contrabbassista dal volto dipinto dell'Art Ensemble Of Chicago. Hill è un sottovalutato pianista di origini haitiane, dallo stile impressionista e crepuscolare, che fa quadrare il cerchio rappresentato da Duke Ellington, Thelonious Monk, Bud Powell e Cecil Taylor. Le sue origini sono ben evidenziate da una musica depositaria di tinte fosche e percussive che, almeno in un brano, rappresentano un vero e proprio sacrificio voodoo per la Madre Africa. Proprio in questo brano, intitolato Chiconga, sta infine il maggiore motivo di interesse di "So In Love", perché, in quei quattro minuti e mezzo scarsi, c'è scalpita la prefigurazione di quella che sarà la musica dell'Art Ensemble Of Chicago. Oppure, volendo essere più moderati, diciamo che rappresenta il trait d'union fra il jungle style di Duke Ellington e la giungla sonica del quintetto chicagoano. Beccatelo e ne riparliamo.
|