Köner e Tietchens hanno costruito un potente sottomarino e stanno scandagliando le profondità della nostra Vecchia Europa.
Brema, Rostock, Amsterdam sono le città esplorate in questi CD, muovendosi nelle tubature più antiche, fermandosi negli scantinati più bui, ascoltando i macchinari più ostinati; infatti, sembrano i luoghi di passaggio, le reti di collegamento, i motori sotterranei che garantiscono la vita quotidiana della società occidentale ad essere qui descritti; resta poi l'enigma nel nome scelto per questa oramai stabile collaborazione: Kontakt der Jünglinge; che siano questi i luoghi del disagio e dell'insofferenza giovanile?
La paziente meticolosità e la sapiente tecnica dei due autori è capace di creare voragini talmente profonde che a noi non rimane altro che restare a contemplare l'immobile o sporgersi per precipitare giù; in certi passaggi ci sembra di ascoltare un vinile di Pole o di Vladislav Delay a 16 rpm.
Non dite che non vi avevamo avvertito quando vi ritroverete in pieno nell'incubo statico con relative visioni di 1; quando sarete trascinati dal treno techno isolazionista di 0 ; quando già all'inizio di -1 vi chiuderanno a chiave in una cella frigorifera posta chissà dove; quando scoprirete grazie a n cosa si prova a passare la notte nell'andito di un ascensore.
Ed è come se stessimo ascoltando un'immensa solitudine.
I quattro cd descritti, raccolti in un elegante box di cartone bianco e nero, ci presentano alcune registrazioni dal vivo, avvenute tra il 1999 ed il 2002, che condensano in modo molto raffinato gli stilemi classici dei due personaggi: non faticherete a riconoscere brevi passaggi tratti da Daikan di Köner o dalla serie '-menge' di Tietchens, ma, nonostante il ricorso a materiali già editi separatamente, il complesso risulta pienamente originale e compiuto.
Il CD 3" dall'angosciante titolo “Frühruin” (letteralmente 'Prima Rovina'...) che completa il box, contiene due brani più brevi e meno articolati, basati su scuri riverberi e strani rintocchi, ma non per questo meno interessanti; per un certo verso simili al periodo “Permafrost”, rappresentano il prototipo di quello che potrebbe essere un futuro lavoro in studio.
Sfortunatamente il sito dell'etichetta tedesca Die Stadt non ci da molte informazioni in merito, ma in compenso, quello del collettivo annuncia un seconda tornata di edizioni entro l'anno in corso.
Disco consigliatissimo agli irriducibili dell'isolazionismo.
|