Autore disco: |
Glenn Branca |
Etichetta: |
Acute Records (USA) |
Link: |
www.acuterecords.com |
Formato: |
CD |
Anno di Pubblicazione: |
2004 |
Titoli: |
1) Lesson No.1 For Electric Guitar 2) Dissonance 3) Bad Smells 4) Symphony No.5 [bonus track video] |
Durata: |
36:20 |
Con: |
Glenn Branca, Anthony Coleman, Micheal Gross, F.L. Schröder, Stephan Wischerth, Harry Spitz, Thurston Moore, Lee Ranaldo, David Rosembloom, Ned Sublette, Jeffrey Glenn
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un pezzo di storia |
x sergio eletto |
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Continua l'opera di ripristino riguardo uno dei principali artefici della No Wave, Glenn Branca, da parte dell'Acute Records.
A tal proposito a rivedere uno spiraglio di luce sono tre composizioni uscite in tempi sfalsati e, fino ad adesso, mai ristampate. Il conoscitore approfondito dell'artista potrebbe storcere il naso, vista la larga disposizione di uscite, ma è proprio la scarsa reperibilità del materiale originale con altre piccole cose a rendere un caloroso benvenuto al cd.
Lesson No. 1 For Elettric Guitar, scritta nel 1980, mostra la sua importanza per essere stata in assoluto la prima composizione del chitarrista concepita secondo i canovacci del post minimalismo. Uscita originariamente come mini lp per la 99 records di New York, Branca monitorava una strada fatta di rimandi al minimalismo più classico. Quello di Philip Glass, La Monte Young e Terry Riley, tracciando tutto il complesso con palesi rimandi al rock, un'importante peculiarità del 'Branca sound'.
I musicisti coinvolti nelle diverse sessioni appartengono in buona parte alla fervida downtown newyorkese e tra i più conosciuti spicca Anthony Coleman all'organo, Stephan Wischerth alla batteria, David Rosenbloom alla chitarra, i due Sonic Youth, Lee Rinaldo e Thurston Moore...
Ad essere proprio sinceri l'ascolto successivo sia di Dissonance, quanto di Bad Smells, stuzzica di più l'intelletto verso il mood geometrico, presente nelle composizioni di Glenn. Sicuramente andrò contro i pareri di molti, ma Lesson No. 1... nell'obbiettivo mira una struttura ad incastro 'classica' (tiriamo fuori “In C” di Riley), dove la melodia funge da perno importante nell'assetto ripetitivo e in ascesa della composizione.
Con Dissonance, invece, la lama si affila per bene, diventa tagliente e lascia a casa tutte le frivolezze. Metronomico, incessante, con un ritmica dura si assesta tra potenti riff chitarristici e un drumming iconoclasta e furioso. Ascoltando il pezzo riesco a capire come Page Hamilton, andato a 'scuola' da Branca, sia arrivato a dar vita al noise degli Helmet.
Su Bed Smells, per prima, va ricordato il suo concepimento avvenuto come pezzo per uno spettacolo di danza del coreografo Twyla Tharp nel 1982, il quale a sua volta fu pubblicato come split, diviso a metà con i versi del poeta John Giorno. Vi è ancora una maggiore ricchezza di elementi, la suite può ritenersi divisa da attimi d'isterismo noise spezzettati da ritmi dall'anima funkeggiante (Contorsions?!).
Per essere un parco conoscitore dell'opera di Branca, questa ha rappresentato una piacevole occasione. In più, a rendere succoso il tutto è la traccia video posta alla fine che immortala Branca dirigere la famosa “Symphony No.5”.
Le note di presentazione, che ben chiariscono cronologicamente le diverse tappe artistiche, recano la firma di Alan Licht. In definitiva Branca, insieme al 'rivale' Rhys Chatham, può considerarsi tra i più importanti compositori che negli anni 80 riuscirono a coniugare la tradizione 'minimalista' con la sana irruenza, di casa nel rock & roll.
Buon ascolto!!!
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