Questo lavoro fu commissionato a MNortham da Kunstradio e venne presentato dalla stessa il 23 Giugno 2002, quindi n'è trascorso di tempo dal suo concepimento, inverno 2001-2002, e pure mantiene inalterata tutta l`iniziale freschezza. Le fonti sonore dei quattro brani sono rappresentate da altrettanti oggetti metallici in disuso, o in rottamazione, che in ordine di apparizione rispondono a un nodo di fili, a una spazzola, a una molla ed a un carrillon. Non so qual è il processo che ha generato queste quattro mini-sinfonie dal retrogusto industriale, ma è una cosa di poca importanza, dacchè ciò che conta, e ciò che affascina, è la comprensione che il suono è lì, dove meno te lo aspetti, è la comprensione che il suono non ha un proprietario, l`essenziale è saperlo vedere, saperlo capire, saperlo raccogliere e saperlo modellare. In fondo non c'è differenza fra Watazumido (*) e MNortham: entrambi cercano il suono, individuano dove si nasconde ancor prima che nasca, carpiscono il segreto di quella genesi e lo plasmano a immagine somiglianza della loro sensibilità , perchè non è un problema di genio, ma di inventiva, percettività ed esperienza: come per l'uomo che scheggia la selce fino a ricavarne la punta di una lancia, come per l'uomo che pianta il susino e lo cresce dandogli una forma, come per l'uomo che assembla i colori nella tela creando le fattezze di un volto, come per la donna che tesse la tela plasmando linee di astratta bellezza, come per la donna che incastra i pezzi della torre di Babele... Non basta saper scrivere e saper leggere, è necessario anche saper intuire, saper interpretare e saper dare libero sfogo alla propria fantasia.
(*) virtuoso di shakuachi che la leggenda dice si intagliasse i flauti dal bambù trovato lungo la strada per i concerti.
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