Ricompare la Fällt, dopo un periodo di silenzio, con l`interessante `live series` che aveva già ospitato Stephan Mathieu e Warmdesk. I protagonisti di queste due nuove release sono il tedesco Frank Bretschneider, co-fondatore della Raster-Noton, e il dublinese Peter Maybury, un musicista ancora poco conosciuto seppure già in grado di esprimersi su ottimi livelli.
I due CD suonano quasi complementari, nel senso che Komet si dedica all`esplorazione dei beat, e lo fa con le consuete lucidità e fluidità , qualità che, evidentemente, riesce a preservare anche in uno svantaggioso contesto qual è la sala da concerto. I suoi intrecci ritmici, che si snodano su tempi medio-veloci, paiono però mostrare una preminenza del mestiere sulla fantasia.
L`irlandese si avvale di strutture ritmiche più dilatate, diradate e monotone, lasciando invece intuire un interesse maggiore per la ricerca sull`aspetto melodico della sua musica. La sua caratteristica più positiva sta proprio nel saper affiancare, alternare e sovrapporre con gusto i due elementi, quello ritmico e quello melodico. La serie di variazioni, che danno tono al suo lavoro, c`immergono in una specie di trance-opera soffusa, ovattata e decelerata, quale potrebbe derivare da un Aphex Twin aggiornatosi presso qualche parente prossimo dei Crescent. This cool... anche quando Hard Sleeper, nel finale, giunglizza l`atmosfera con una breve impennata drummica e lampi di flash wah-wah.
L`impressione finale è quella di avere fra le mani due CD piacevoli e ben fatti, ma che non aggiungono nulla all`economia dei loro moduli espressivi. L`acquisto potrebbe però essere un dovere, nella speranza che l`etichetta esca dalle difficoltà per tornare ad assumere quel ruolo rivoluzionario, avuto ai tempi della “invalidObject Series”, che gli spetta di diritto. Un ruolo che questa, pur gradevole, serie non può affatto ricoprire.
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