Autore disco: |
Carlos Giffoni, Lee Ranaldo & Jim O'Rourke // Sakada |
Etichetta: |
Antiopic (USA) |
Link: |
www.antiopic.com |
Formato: |
3-inch CD // 3-inch CD |
Anno di Pubblicazione: |
2004 |
Titoli: |
1) North Six // 1) Never Give Up On The Margins Of Logic
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Durata: |
18:59 // 17:34 |
Con: |
Carlos Giffoni, Lee Ranaldo, Jim O'Rourke // Mattin, Eddie Prévost, Mark Wastell, Margarida Garcia, Rhodri Davies |
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contrapposti l'uno all'altro |
x sergio eletto |
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“North Six” e “Never Give Up On The Margins Of Logic” sono i primi tasselli che compongono Live Series: la nuova serie a tema curata dall'americana Antiopic. L'etichetta, già fattasi apprezzare per i preziosi volumi in mp3 racchiusi sotto la sigla di “The Allegorical Power series”, si rimette in carreggiata con un nuovo input in circolo per la testa: documentare le ultime tendenze estetiche della musica improvvisata focalizzando su di essa l'aspetto live.
Idea da incoraggiare, anche vista l'enorme diffusione subita da questa forma espressiva attraverso la pratica concertistica. L'unica pignoleria è che, constatato il largo proliferare di iniziative simili (non a caso, proprio dalle nostre parti, si è da tempo cominciato ad interessarsi alla messa su supporto di performance live: vedesi la Mr.Mutt) il compito maggiore dovrebbe celarsi nella effettiva messa a fuoco di realtà interessanti e sconosciute ai più all'interno del mastodontico universo delle musiche improvvisate.
“North Six”, detto ciò, presenta una struttura scricchiolante d'incertezze sin dalle prime note emesse. Il trio, che vede un ritorno a certi ambienti di Jim O'Ruorke in compagnia di Lee Ranaldo e Carlos Giffoni, risulta eccessivamente ingessato e fossilizzato dentro una sperimentazione, quella di stampo elettro-noise, assaporata più e più volte (se può essere d'aiuto rispolveriamo nomi quali Merzbow, Lasse Marhaug, Jazzkammer e via di seguito). Chitarre e sintetizzatori lasciati in piena libertà , liberi di naufragare nel ribollente noise cosmico che i tre si prefiggono di rappresentare la sera del concerto. Un'anarchia di suoni esagerata e pomposa che il più delle volte, per l'eccessivo scontro tra rumorismi disturbanti e estremi, fa venire voglia di reprimere e sedare l'intero svolgimento anzichè desiderare che scoppi e fuoriesca liberamente dallo stereo.
Altro discorso, più fine e articolato per fortuna, è quello proposto dal gruppo Sakada. Formazione che, oltre ai già presenti Mattin, Eddie Prévost e Rosy Parlane (all'occasione assente) si espande ad altre entità , prendendo così le sembianze di un piccolo collettivo. Il melange viene stretto con nomi più o meno noti nel 'giro' come: Mark Wastell, Margarida Garcia e Rhodri Davies.
Svariati sospiri del passato riaffiorano durante l'ascolto della mini suite: Morton Feldman (un telaio di suoni che s'incastrano e si susseguono in un crescendo che assume sempre più tinte omogenee), l'evidente richiamo AMM, l'estrema radicalità d'improvvisare (il suono grattugiato e ostico ottenuto dagli strumenti) che con agio trasporta, visto anche il ruolo della Garcia, nelle recenti svolte sonore portoghesi.
Ricapitolando: la forzata esasperazione sonica di “North Six” si bilancia in negativo con l'intensità di “Never Give Up On The Margins Of Logic” che, seppur ricavata da moduli già solidificati in svariate esperienze simili, riesce a donare venti minuti sfiorati di piacevole di(a)strazione uditiva.
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