Sarebbe facile oltre che assolutamente ingiusto e riduttivo parlare dei Brightblack come il gruppo del fratello del più famoso Will Oldham, è vero; effettivamente questo è il gruppo del fratello “sfigato” del barbuto Bonnie eppure Cristo santo che dischetto che ci propinano. Otto canzoncine torpide torpide come se fossero state messe ad essiccare sotto il sole della California in attesa della giusta maturazione, visioni semplici di spazi ampi e liberi si susseguono senza sosta fra un impasto vocale delicato e l`altro. Ombre sopra le teste non se ne vedono all`orizzonte ed allora perchè non dire con semplici parole che in queste note tutto funziona?
Funziona eccome, sottili riverberazioni post-rock che si accavallano a tenui trame alternative country ed impasti vocali debitori in maniera palese alla lezione del fratello maggiore quanto a certe atmosfere fine sessanta inizio settanta di certi gruppi plananti californiani. Tutto banale se si vuole ma l`estate si avvicina ed in macchina a me non verrebbe mai l`idea di ascoltare uno Janek Schaefer tanto per dirne uno mentre l`asciugamano nella borsa attende di essere srotolato in riva al mare. Ideale davvero per attimi contemplativi e tenui carezze notturne anche se magari a settembre lo odieremo; ma magari sorge il dubbio che con l`autunno queste canzoni potrebbero anche tirar fuori un fascino ancor maggiore. Chi lo può dire?
Slide e chitarre acustiche, sublimi organi e batterie accarezzate; tutto scorre senza intoppi lungo percorsi intrisi di malinconia sonnolenta sempre con il mare negli occhi.
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