“Il computer ha modificato profondamente il nostro modo di vivere, di lavorare, di pensare. La capacità di utilizzare la tecnologia e mettersi in relazione con essa esprimono un nuovo modo di vedere il mondo, di confrontarsi con la realtà (tipico della moderna società e soprattutto delle nuove generazioni) che coinvolge anche la musica, la fotografia, la grafica, le arti in genere. Il mezzo elettronico ha prodotto nuovi linguaggi artistici, poichè consente di creare e manipolare immagini e suoni per produrre un "pensiero visivo/sonoro" estremamente flessibile, amplificando infinitamente lo spazio dell'invenzione e della creatività entro cui nasce l'opera d'arte. Il fenomeno è destinato a creare una nuova estetica e a segnare questa epoca. Con le tecnologie digitali, infatti, non si sostituisce esclusivamente il mezzo, ma si opera un vero e proprio mutamento del prodotto artistico. Strumenti tradizionali e nuovi mezzi digitali differiscono per il fatto che questi ultimi hanno una loro "intelligenza", che si attiva con l'applicazione di programmi di funzionamento complessi, che l'utente, in questo caso l'artista digitale, non è obbligato a conoscere, basta che li sappia usare. L`arte prodotta con il computer è ormai entrata a pieno titolo nelle gallerie, nei musei e nelle più importanti mostre d`arte contemporanea (Biennale di Venezia). Questa rassegna è rivolta a quanti si interessano di arte e musica contemporanea, soprattutto ai "giovani", e vuole esplorare e proporre le nuove tendenze, abbinando all`aspetto fruitivo di immagini e suoni quello della loro produzione.”
La rassegna “Sguardi Sonori”, che si è svolta nel suggestivo scenario rappresentato dall`ex Convento Francescano di Umbertide, per certi versi è stata qualcosa di più rispetto alle numerose rassegne simili, ed ha posto anche delle ottime basi per una sua crescita futura. Una eventuale replica potrebbe addirittura innalzarla ad una posizione di primo piano in un settore, quello della musica elettro-elettronica, oggi trattato piuttosto ampiamente, ma con programmazioni carenti e raffazzonate, che spesso puntano alla presenza dei `nomi conosciuti` evitando qualsiasi iniziativa di ricerca rispetto ad un ambiente che genera a getto continuo artisti e progetti nuovi. Per la verità un discorso più focalizzato era stato avviato dalla rassegna fiorentina “Superfici Sonore”, la quale era però legata alla volontarietà di alcuni universitari e agli scarsi finanziamenti di cui questi disponevano, davvero troppo poco per poter creare un appuntamento stabile e duraturo. Nel caso di “Sguardi Sonori” i presupposti ci sono invece tutti: un`amministrazione illuminata, la direzione attenta e competente che ha visto coinvolti Dionisio Capuano, Carlo Fatigoni e Maria Grazia Moretti e una tradizione cittadina, per quanto riguarda le manifestazioni musicali e culturali in genere, di tutto rispetto. La vicina Città di Castello, volendo guardare oltre, ospita il notevole museo dedicato ad Alberto Burri, pittore e scultore non distante dalle tematiche affrontate sovente dalle nuove forme musicali, e una eventuale collaborazione, come e quando possibile, darebbe un ulteriore respiro alla manifestazione. Una più accurata opera informativa potrebbe, infine, richiamare il pubblico delle numerose aree che accedono alla città , per quella che, a tal punto, risulterebbe l`unica rassegna con tali caratteristiche organizzata nell`Italia centro-occidentale.
Ma cos`ha avuto di tanto speciale “Sguardi Sonori”?
La sua particolarità è racchiusa tutta in quelle due parole che hanno fatto da leitmotiv alla rassegna e che sono state ben illustrate sia dalle varie presentazioni (alcune le trovate allegate in margine alla recensione) sia dagli interventi fatti da Capuano in apertura ai vari concerti. Un concetto, felicemente racchiuso in due vocaboli, che contiene per intero i percorsi che la musica elettronica, ma non solo, sta sviluppando in questi anni. Una musica da vedere, in quanto spesso si allarga nella performance e/o nell`installazione, ma anche una musica che lascia vedere, che non vuol tratteggiare grandi concetti o grandi emozioni, bensì solo suggestioni e immagini microscopiche, magari quotidiane, e va da se che lo stesso suono possa aprire agli occhi di ognuno uno scenario diverso. Questo è l`aspetto più intrigante: una forma d`astrazione che lascia libero l`ascoltatore di focalizzare a suo piacimento elementi assolutamente concreti, reali, vissuti. Tutti hanno sentito cigolare una porta, elemento quanto mai concreto, ma ognuno l`ha sentita cigolare in una sua particolare condizione soggettiva, quindi il cigolio di una porta indurrà ognuno ad immaginare situazioni diverse e ad provare turbamenti diversi, che possono andare dalla paura all`attesa. Un terzo aspetto della faccenda riguarda il fatto che, anche nel caso del classico concerto, i musicisti tendono con sempre maggiore frequenza ad accompagnare la propria musica con delle immagini. A questo punto si pongono automaticamente una serie di quesiti, la risposta ai quali è molto complessa ed articolata, oltrechè non definita nè definitiva, perchè la musica sta sicuramente cambiando, sia in quello che per anni, forse per secoli, è stato il suo ruolo, sia nel modo in cui viene prodotta e distribuita e sia, verosimilmente, nel modo in cui viene 'ascoltata'. Resta difficile, addirittura, continuare a parlare di `musica`, dato che quella prodotta oggi è una cosa talmente diversa da quella che nei secoli scorsi veniva definita con quel termine, per cui è improbabile che esso possa circoscriverla. Sarebbe un po` come definire una fotografia con il termine pittura, ma la fotografia ha rappresentato un taglio netto con quella che era la concezione, e la creazione, dell`immagine pittorica. Nell`organizzazione, e nella riproduzione, dei suoni tale recisione nitida non c`è stata, il nuovo si è sostituito al vecchio a piccoli passi, spesso integrandosi ad esso e viceversa, ma il risultato a cui siamo arrivati oggi è comunque lo stesso. E` quindi innegabile che questo processo di cambiamento, seppur strisciante, c`è stato ed ha creato una condizione di confusione generalizzata. Quella che stiamo vivendo è la conseguenza di un evoluzione inquietante, che potrebbe portare infine alla scomparsa della musica, almeno così come la intendiamo noi, o come è stata intesa negli ultimi quattro secoli. D'altronde sta cambiando il linguaggio, sta cambiando la scrittura, stanno cambiando le convenzioni... per anni abbiamo cercato di immaginare il futuro, attraverso la fantascienza, ed oggi che lo stiamo vivendo è totalmente diverso da come lo pensavamo; tanto diverso che facciamo fatica a comprenderlo.
“Sguardi Sonori” pone l`accento su una musica che non è più musica, perchè la musica è un fenomeno prettamente acustico. “Superfici Sonore”, ad esempio, era un concetto che rimaneva legato alla spazialità , a qualcosa che ha a che fare con la diffusione del suono, ma “Sguardi Sonori” no, è un concetto che va oltre, che presuppone il coinvolgimento di alcuni sensi diversi dall`udito. L`affermazione del videoclip, del DVD, di Internet sono forieri di una realtà futura che dovrà inevitabilmente portare ad un adeguamento delle nostre capacità sensoriali. Così come le e-mail e gli SMS ci stanno costringendo a un nuovo modo di comunicare e ad un cambiamento del linguaggio. La contaminazione fra musica e altri linguaggi, in realtà , viene da lontano, basti pensare alle sperimentazioni psichedeliche nella Londra degli anni `60 (i `light show` dei Pink Floyd all`UFO club, il Technicolour Dream...) o all`Exploding Plastic Inevitabile Show dei Velvet Underground (che vedeva coinvolto Andy Warhol). Ancor prima c`erano stati i poeti della beat generation che recitavano su una base di musica jazz e, per un altro verso, il cinema che fin dagli inizi utilizzava una 'colonna sonora'. Lo stesso teatro si è spesso avvalso di un accompagnamento musicale e i “Quadri di una esposizione” di Mussorgsky erano la trasposizione sonora di alcuni dipinti. La stessa forma canzone, volendo, è un esempio di contaminazione fra musica e poesia. Geni illuminati, precursori dei tempi e stranezze varie sono però una cosa, laddove un fenomeno che sta diventando patrimonio comune, o rappresentazione artistica del vivere quotidiano, è decisamente un`altra cosa. Senza tenere conto del fatto che, come abbiamo detto, sono cambiati i processi creativi, gli sviluppi sintattici e gli agenti generativi che stanno dietro a questo nuovo tipo, o nuove forme, di contaminazione.
Le tematiche affrontate dalla rassegna, volendo, possono essere quindi approfondite e possono portare molto lontano, andando a indagare anche in quei fenomeni del passato recente, e meno recente, che hanno avuto in Italia un buon terreno fertile e che vengono posti nel dimenticatoio da una storiografia ufficiale quanto mai carente. Dal Futurismo in poi, fino a una generazione più recente di artisti che etichette come la romana Ants o la milanese Die Schachtel stanno oggi riportando alla luce, la nostra penisola è stata attraversata da continui fermenti che hanno solo bisogno di essere valorizzati, magari andando proprio a pescare in quel ricco sottobosco di giovani promettenti che stanno portando avanti, rinnovandola, questa tradizione tutt'altro che sterile. Fa piacere vedere come questa prima edizione della rassegna abbia puntato proprio su alcuni giovani talenti nazionali e la speranza è che, senza chiudere in assoluto ai musicisti stranieri ma proponendosi come momento d`incontro e di crescita, possa esserci almeno una seconda edizione in grado di proseguire in questa direzione, per meglio focalizzare quei segnali che per il momento ha lasciato soltanto intravedere.
Non sono entrato nel dettaglio dei singoli concerti dato che mi sembrava più importante parlare del valore della manifestazione in se, e anche perchè non sono riuscito a vederli tutti, ma le serate a cui ho avuto il piacere di assistere sono state comunque più che soddisfacenti, soprattutto tenendo conto del budget limitato, e hanno regalato quella giusta misura fatta di sperate conferme e piacevoli sorprese. Con qualche euro in più si potrebbero compiere dei veri miracoli e Umbertide potrebbe diventare la Topolò del Centro Italia.
“Il progetto di SGUARDI SONORI si muove attorno ad una idea, quella della del rapporto visione-ascolto che è centrifuga e proiettata in diverse direzioni.
In tale contesto, l`elettronica, il digitale, non servono a creare un `sistema culturale puro`, nè a proporre SGUARDI SONORI come una `teoria dell`arte virtuale`. Almeno per ora.
SGUARDI SONORI 2004 coglie nel digitale soprattutto la potenzialità della comunicazione e si propone come uno dei `nodi di rete`, un luogo di passaggio di una creatività multiforme che, in una maniera o nell`altra, si trova a fare i conti con i bit e i bytes.
Questo sampler - compendio di alcune composizioni degli artisti in programma - dà un`idea della varietà approcci al suono (dal fluxus-ambientale di Calandrino al digitale `puro` di Adriano Zanni [Punck] passando per l`elettricità ) e offre qualche spunto d`immagin/azione.
Dà anche l`idea della `possibilità ` digitale di ridurre quasi tutto (non certo la creatività ) ad una sequenza numerica binaria. Siano frequenze di laptop, note di sax, una chitarra distorta. Comprimere e miniaturizzare fino a renderne possibile la trasmissione via web. O la predisposizione di un tascabile allegato `mixed media`...”
“Si dice che `più lontano si va sempre meno si conosce`. E` quello che stiamo sperimentando in questi anni.
Sguardi Sonori non inventa nulla, individua alcuni incroci, segna direzioni opzionali su di una mappa instabile, propone dei punti di visione ed ascolto. Quasi dal punto di vista `organico`, si vuole stimolare la funzione visiva dell`ascolto. L`orecchio come occhio della mente. Non soltanto guardare suonare ma vedere il suono, non ascoltare con l`orecchio ma con la mente, ascoltare le immagini.
Dal suono alla risonanza. una precaria pista nervosa, sinaptica, che porta dall`officina di Mauro Sambo e Ignazio Lago fino alla fotografia sonora di Marco Zoi, Daniele Brocchi, Florindo Rilli e Carlo Fatigoni.
Una relazione sensoriale sguardo-visione che si enfatizza, autoalimenta, va in feed-back con Patrizia Mattioli.
Un`interfaccia tra il fisico e il virtuale, il contatto e la digitalizzazione attraverso Punck.
Un`espansione come ambient/azione nell`act di Kar e Psicorunner, di Hanrich e I_Love_My_Dentist.
Una retro-visione del suono nei Moleskin.
Una radiografia dell`instabilità creativa, della frammentazione dei messaggi con Francesco Calandrino.
Una politica dello sguardo e dell`ascolto nei video de Laisle.com.
Umbertide diventa un luogo dello spaesamento creativo, della dispersione ramificata, della disseminazione sensoriale. Dove si può sentire e vedere la corrente che scorre.”
SABATO 29 MAGGIO
20,00 - Inaugurazione rassegna
21.30 - Punck live set
22,30 - Patrizia Mattioli "Feedback" performance
DOMENICA 30 MAGGIO
21,30 - I_Love_My_Dentist dj-vj set
22,30 - Hanrich dj-vj set
MARTEDI 1 GIUGNO
21,30 - Mauro Sambo & Ignazio Lago "Ferita da taglio" performance
22,30 - CalandriNo - FatigoNi "The REM-others of Invention" e-mail/poetry/sound
VENERDI 4 GIUGNO
20,00 - Dummo "Post-punk/delirio" + The Upkeep "Punkska'n'flowerz"
21,30 - Moleskin concerto con video sincronizzati
SABATO 5 GIUGNO
21,30 - Kar + Tiziana Lo Conte "Psicorunner" visual concerto-performance
DOMENICA 6 GIUGNO
21,30 - Marco Benda + oBo Music live set
INSTALLAZIONI
Florindo Rilli / Carlo Fatigoni
Daniele Brocchi
Marco Zoi
VIDEOS
Laisle
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