Autore disco: |
Tom Erbe, Chris Mann, Larry Polansky, Douglas Repetto & Christian Wolff |
Etichetta: |
Pogus Productions (USA) |
Link: |
www.pogus.com |
Formato: |
CD |
Anno di Pubblicazione: |
2004 |
Titoli: |
1) Track One 2) Track Two 3) Track Three 4) Track Four 5) Track Five 6) Track Six |
Durata: |
55:00 |
Con: |
Tom Erbe, Chris Mann, Larry Polansky, Douglas Repetto, Christian Wolff |
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un ascolto da far quagliare |
x e. g. (no ©) |
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E` difficile attribuire questo disco ad un musicista o ad una formazione in particolare. Le registrazioni provengono infatti da due performance, svoltesi a qualche mese di distanza l`una dall`altra, intraprese da un paio di trii d`improvvisazione. I due piccoli ensemble erano così composti: Repetto, Polansky e Mann, il primo, e Repetto, Polansky e Wolff, l'altro. Se una prima constatazione riguarda il fatto che due terzi dei componenti sono in comune fra le due formazioni, una seconda non può che ravvisare come i quattro musicisti abbiano una storia in comune all`interno dell`associazione Frog Peak Music e di vari altri progetti (nella foto potete vedere un trio composto da Christian Wolff, Larry Polansky e Kui Dong). Due parole in più le direi comunque sul `vecchio` Wolff, formatosi in quel gruppo di sperimentatori che comprendeva Morton Feldman e John Cage e passato poi attraverso l`AMM, e su Chris Mann, australiano, poeta, abile manipolatore del linguaggio in varie formule e formazioni, fra le quali vanno sicuramente ricordati i leggendari Machine For Making Sense. Fin qui tutto banalmente semplice, se non fosse che il materiale delle due sedute è stato successivamente rielaborato e (ri)composto dal manipolatore Tom Erbe, il quale ha così inteso dargli una struttura in grado di trascendere dalle distanze spazio-temporali. Quindi la composizione, perchè in realtà e di questo si tratta, è opera sua, e mi sembra che l`accento sia da mettere proprio in questa sua capacità organizzativa, nella piena riuscita di un assemblaggio, e di un intervento correttivo vergato spesso a rosso e pure mai sopra le righe, in grado di dare forma compiuta, e omogenea, a due blocchi `sì diseguali. Ma Erbe, questo va detto, è una specie di mago del computer e un risultato peggiore non era certo ammissibile. L`oretta di musica scorre fluida e, pur non rappresentando il massimo del godimento disimpegnato, si fa ascoltare con un certo piacere, tanto da rendere lo stimolante concetto di base non privo di un suo corrispettivo valore sostanziale. In particolare è interessante seguire il fittissimo reticolo verbale di Mann, da un lato, l`intreccio fra la chitarra di Polansky e il pianoforte di Wolff, dall`altro, e il particolare e giudizioso utilizzo dell`elettronica da parte di Repetto, un nome da scandagliare con attenzione, in entrambi i casi. Magari ci vorrà qualche ascolto in più rispetto alla norma, ma sono sicuro che questo CD finirà per piacervi com`è successo al sottoscritto.
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