Un disco contenente il rifacimento di una canzone di Luigi Tenco e una citazione di Josè Saramago fra le note di copertina mi predispone di buon animo, nonostante la tematica di entrambe le situazioni sia tutt`altro che allegra, fin dal primo approccio, perchè vuol dire che ho almeno due passioni da condividere con il protagonista di quest`avventura sonora... e, l`egoismo vincendo sempre, soprattutto perchè vuol dire che il suddetto protagonista condivide due passioni con me, il che fa sempre piacere. Il secondo approccio, l`ascolto, è altrettanto positivo, essendo EnomÖsossab, Simone Basso all`incontro, in possesso di qualità vocali non comuni e, anzitutto, essendo in grado di utilizzare al meglio tali qualità . Mezz`ora è un po` poca per giudicare, ma, recita un vecchio proverbio, `il buon giorno si vede dal mattino` e, nel nostro caso, il mattino è ben radioso. Inizierei con il citare proprio il brano di Tenco, Vedrai vedrai, che viene riproposto in una emozionante versione con la voce sorretta solo da alcuni campioni presi da Einstürzende Neubauten e Carla Bley, il diavolo e l`acqua santa (...ma cosa avete inteso, il diavolo è la seconda...), ma si tratta una voce solcata da mille sfaccettature e inflessioni che riporta alla memoria il grande Demetrio Stratos. Anche il primo brano del disco, basato essenzialmente su modulazioni, presenta nella parte centrale un passaggio che ricorda il cantante di Ribelli ed Area, e dato che tale passaggio si differenzia dal resto del brano, oltrechè la propensione di EnomÖsossab alla citazione, penso si tratti di una dedica voluta, ma non trovando conferma nelle note di copertina lascio aperta la possibilità che possa essere solamente una somiglianza casuale dovuta alla particolare convergenza timbrica, indubbiamente esistente, fra Basso e Stratos. Bellissimo è Pinocchio, unico brano registrato non in presa diretta e dove vengono utilizzate delle sovraincisioni, un autentico gioiellino in cui Basso trova il giusto equilibrio fra virtuosismo, espressività e strutturazione. Molto bello anche il brano finale, basato sulla citazione di alcuni `classici` (dall`inno nazionale a Morricone, passando per Orietta Berti) riproposti solo attraverso la modulazione della voce, che si fa sempre più distorta e dilatata, probabilmente anche attraverso l`utilizzo di echi, loop e/o delay. Sì, il bel giorno si vede dal mattino, e nel nostro caso si preannuncia veramente ottimo: le possibilità ci sono, la capacità nell`utilizzarle anche, se Basso saprà rinunciare un po`, solo un po`, al virtuosismo e alle troppe citazioni per indirizzarsi verso una più attenta opera di strutturazione ci potrebbe scappare, magari, anche il `capolavoro`.
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