Innanzi tutto devo fare i complimenti alla Ants che, partendo in sordina e con pochi mezzi, si è ritagliata uno spazio importante a livello internazionale: due recensioni a tutta pagina firmate da David Toop, nell`arco del solo 2003, sulle pagine della rivista inglese "The Wire" non sono cosa di poco conto, soprattutto se ottenute con l`unica arma promozionale della qualità . Con tutte le difficoltà del caso, a cui va incontro chi fa questo tipo di operazioni, la Ants si sta distinguendo per il recupero di alcune 'nuggets' che un discorso di pura commerciabilità costringerebbe, inevitabilmente, all`oblio. Seppur poco conosciuto presso il grande pubblico, anche presso quello che segue la musica minimalista, Tom Johnson, transfuga statunitense che vive a Parigi, ha sulle spalle una carriera decennale, anche come giornalista, e dischi nel catalogo di etichette specializzate come la Lovely e la XI. Anni di ricerca sulla musica ripetitiva e su pratiche riduzioniste lo hanno portato, come spiega lui stesso, ad indagare sull`importanza del silenzio, e sulla sua valorizzazione, in una musica esteticamente 'classica'. L`opera in questione si compone di 28 brani per solo organo, solo 16 dei quali sono inclusi nel CD, e le registrazioni sono avvenute a Nerinx, nel Kentucky, utilizzando l`organo della cappella delle Sisters of Loretto. Le mani sono quelle, esperte, di Wesley Roberts, che ha eseguito più volte dei brani tratti dall`opera e, in un concerto del 9 Aprile 2001 durato due ore, anche l`intero ciclo. In primo luogo, mi sembra logico, "Organ And Silence" rappresenta il paese del 'bengodi' per gli appassionati d`organo, per quanto è indescrivibile la varietà di situazioni, e soluzioni timbriche, che vengono affrontate in un`opera che si annuncia come riduzionista. Lo stesso rapporto suono / silenzio viene poi (di)spiegato in innumerevoli aspetti, determinati da differenti sistemi di scrittura (magari supportati dall`utilizzo di regole matematiche). Come potete capire ce n`è di carne al fuoco, in "Organ And Silence", e ci sono anche numerosi motivi per avvicinarsi ad esso. L`unica cosa che non riesce a convincermi, e ho atteso a lungo prima di stendere questa recensione proprio per questo motivo, sta essenzialmente nell`utilizzo del silenzio, in quel a muro a muro che lo contrappone al suono. Mi sembra che la ricerca di Johnson si risolva in senso macroscopico, quando le ultime tendenze, vedi lo splendido "ORA" di Gianfranco Pernaiachi pubblicato proprio dalla Ants, sembrano ormai orientate a un`indagine di tipo microscopico... il silenzio c`è, ma non si vede. In pratica, silenzi più lunghi di tre secondi sono estremamente rari in ogni tipo di musica, queste parole dell`autore, riportate nel libretto, mostrano come egli guardi al silenzio in termini 'quantitativi', laddove la scommessa mi sembra essere oggi quella di un`azione 'qualitativa' a livello del suono, cioè quella di rendere il suono 'quanto più silenzioso possibile'. Per carità , si tratta del classico pelo nell`uovo che non scredita affatto la bellezza d`atmosfere e l`alta professionalità d`esecuzione, e di registrazione, che sottintendono a questa pagina, la quale, sia come sia, si propone pur sempre come storica.
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