Annunciata come un`impresa titanica, ovverosia una rielaborazione di tutto il catalogo Sub Rosa, “Rhythm Science” si presenta adesso come operazione un po` ridimensionata ma pur sempre dalle fattezze mastodontiche. Fuoriuscito (per il momento?) da quei circuiti che lo avevano portato a stringere rapporti con la crema del jazz downtown newyorkese che fa capo a Mattew Shipp e alla Blue Series Continuum (il tutto sotto l`elgida della Thirsty Ear) e che ha fruttato l`ottimo “Optometry”, `quel ragazzo subliminale` conosciuto come Dj Spooky e registrato all`anagrafe come Paul D. Miller ritorna alla sempre prolifica occupazione di dj in senso stretto, assemblando e remixando una bella fetta del catalogo Sub Rosa, un personale regalo dell`artista alla celebre etichetta. Sembra aver preso gusto ad operazioni di questo genere perchè non meno di due anni fa con “Modern Mantra” aveva reso lo stesso servizio alla Shadow rec. ; quello che è partito come un divertissment sta diventando ora un vero e proprio modus operandi e chissà che non dia il via ad una serie a cadenza regolare.
Il djing del signor Miller è da sempre contraddistinto dalla classe di assemblare le fonti sonore e dalla capacità di rendere il tutto ballabile (che si tratti di Morton Feldman o di Merzbow), soprattutto mi preme sottolineare la genuinità del personaggio, cosa che gli ha valso la stima di molti artisti nonchè la possibilità di entrare in collaborazioni impensabili (una su tutte, quella con Iannis Xenakis). La cosa che salta subito all`attenzione dell`ascoltare è la padronanza con cui si occupa della materia in oggetto cucita in un continuum sonoro che non soffre pause e interruzioni di alcuna sorta. Vero e proprio leitmotiv di “Rhythm Science” è il connubio che DJ Spooky attua tra l`elettronica e i campionamenti vocali. Capita così di sentire sovrapposti ai ritmi elettronici, dub e dance di Nuuk Posse, Directions, Dj Wally e Scanner (giusto per citare qualcuno) i toni classici e avant di Claude Debussy, Luciano Berio e Morton Feldmann nonchè le parole di un ampio spettro di artisti `altri` rispetto alla musica: Antonin Artaud, E.E. Cummings, Gertrude Stein, William S. Burroughs, Guillarme Apollinaire, Gilles Deleuze, Maiakovski e così via. Il risultato, oltre ad assumere toni raffinati e avanguardistici, è suggestivo e dal forte impatto. Se è pur vero che niente è farina del sacco di Paul D. Miller d`altro canto bisogna pur rilevare che il risultato finale è puro Dj Spooky-style e non mi sembra poco. Davvero riusciti alcuni incroci: quello tra i ritmi alla 23 Skidoo di Nuuk Posse e Antonin Artaud, tra gli inquietanti cut-up di David Shea e Marchel duchamp, tra le derive elettroniche di Oval-Yoshinoro Hanno e James Joyce, tra la sottile elettronica di Yoshio Machida e la registrazione vocale alquanto lo-fi di Vladimir Maiakovski. Fanno da collante alcuni episodi strumentali che si discostano da questa linea guida, tra cui vanno segnalati il mix tra Giacinto Scelsi, Bill Laswell e Trilok Gurtu o quello tra Nus, Morton Feldman e David Toop. Chiaramente non tutto brilla: alcuni episodi sembrano eccessivamente appesantiti, altri poco bilanciati; non convince ad esempio l`incontro Berio / Laswell.
Come si può intuire è un lavoro che tende a fuoriuscire dai circuiti dancefloor per andare a prendere posizione in salotto ma ha, dalla sua, quella buona dose di ritmo tale da far venire la voglia di organizzare qualche party casalingo senza la preoccupazione di doversi mettere a pensare alla musica, perchè ce l`avete già bell`e pronta.
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