Autore disco: |
Poire_Z + Phil Minton // 4 Walls |
Etichetta: |
For4ears (CH) // Red Note (NL) |
Link: |
www.for4ears.com |
Formato: |
CD // CD |
Anno di Pubblicazione: |
2004 |
Titoli: |
1) w order q 2) q order z // 1) Airport insecurity 2) On reading, `Anthology of 1000 poets` 3) Ces gens-la 4) Tales from the Hindu Tush 5) The skunk hath farted 6) If there are individuals you can tell from a distance don`t like garlic 7) Which side are you on 8) Class struggle 9) Not all olives have pits: An under funded sense of wonderment 10) A milestone 11) Im Rhein |
Durata: |
43:48 // 40:08 |
Con: |
Phil Minton, Günter Müller, ErikM, Norbert Moslang, Andy Guhl // Phil Minton, Micheal Vatcher, Luc Ex, Veryan Weston |
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accattatavill` |
x Alfredo Rastelli |
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Le due facce di Phil Minton. Ovvero due tra le tante facce di Phil Minton se a questo si aggiunge, giusto per compiere un`operazione di recupero dal recente passato, il doppio cd di improvvisazione radicale insieme al percussionista Roger Turner pubblicato lo scorso anno dalla Emanem e che colgo l`occasione di raccomandare. In “Q”, la voce di Minton incrocia la strada di uno degli ensamble più quotati nel settore dell`elettroacustica improvvisata, i Poire_Z (la `crème de la crème`: Günter Müller ed ErikM con i due Voice Crack, Norbert Moslang e Andy Guhl). Se non vado errato questo è uno dei primi esperimenti in tal genere per Phil Minton, vista la sua appartenenza alla scena impro, diciamo `classica`, quella di derivazione jazz. Esperimento non certo nuovo però, anche se raro, nel circuito elettroacustico (ricordo le prove di Ami Yoshida, solista e nel duo Cosmos). Minton a parte, spicca il tappeto sonoro steso dal collettivo franco-svizzero che esibiscono una forma smagliante, disegnano geometrie irregolari nella costruzione di un mondo di suoni che fremono di vita come piccoli microcosmi. Pur essendo fondamentalmente un disco dei Poire_Z, il cantante inglese trapianta qui la sua schizofrenia ed isteria e la scelta di inglobare la voce torturata e strozzata si rivela azzeccata e in linea con la musica del quartetto (ci sono momenti in cui duettano, senza alcun dubbio!). Chissà cosa sarebbe uscito fuori da questa collaborazione se Minton avesse `cantato` come fa con i 4 Walls, gruppo di cui mi accingo a parlare.
Discorso diverso per loro, su cui si abbatte da sempre il fantasma dei Roof. Tirare ogni volta in ballo quel magnifico gruppo, che aveva in Tom Cora il suo motore, mi sembra deleterio. I 4 Walls sono un`altra storia. La sostituzione del violoncellista americano con il pianista Veryan Weston ha radicalmente cambiato l`assetto del gruppo, adesso succube (si fa per dire) del piano dello stesso Weston, e quindi più sbilanciato verso le sonorità della canzone jazz. Ma è una canzone fuori dal tempo, che sa d`antico, che frequenta luoghi in disuso (il canto da balera di On reading, `Anthology of 1000 poets`), intinge tanto dalla chanson francese come dalle murder ballads e dal cabaret. Minton sfodera una fantastica voce da jazz singer, cavernosa come un crooner navigato, multiforme come un teatrante impenitente; quegli sperimentalismi vocali in cui si prodigava sia nei Roof sia nel primo disco dei 4 Walls trovano posto nella sola Not all olives have pits: An under funded sense of wonderment. Come accadeva nel precedente “And the world ain`t square”, anche in questa occasione i 4 Walls musicano testi di altri, dall`amico e poeta, recentemente scomparso, Paul Haines ad Ho-Chi-Min; re-interpretano Im Rhein di Robert Shumann e Ces gens-la di Jacques Brel in puro stile murder ballad, fino a scendere nel popular con il traditional Which side are you on. Luc Ex (degli EX), al basso, e Micheal Vatcher, alla batteria, sembrano, solo ad un primo ascolto, svolgere un ruolo di comprimari; in realtà con un ascolto attento si nota il gran lavoro che attuano a livello ritmico e strutturale con complesse ragnatele strumentali.
Per concludere: Phil Minton è un grandissimo, i Poire_Z degli sperimentatori di prim`ordine e i 4 Walls così out da risultare, al giorno d`oggi, alquanto originali.
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